Secondo Catherine Mann, membro del Comitato per la politica monetaria della Banca d’Inghilterra, le donne che lavorano principalmente da casa rischiano di mettere in stallo la propria carriera, ora che la maggior parte dei lavoratori sta tornando in ufficio. L’interazione in ufficio era vitale per avanzare nelle aziende, ma molte donne sono ancora legate allo smart working. È un problema che riguarda soprattutto le madri che devono affrontare interruzioni scolastiche e problematiche di accesso all’assistenza all’infanzia causate dalla pandemia.
Inoltre, Mann ha dichiarato che la comunicazione online non è stata in grado di replicare le conversazioni spontanee svolte in ufficio, importanti per il progresso in molti luoghi di lavoro. «Le piattaforme virtuali sono sicuramente più avanzate rispetto a cinque anni fa, ma la spontaneità, l’estemporaneità sono difficili da ritrovare in un ambiente virtuale», ha continuato.
La donna d’affari Justine Roberts, fondatrice e amministratore delegato dei siti Web britannici Mumsnet e Gransnet, ha sottolineato che la carriera delle donne potrebbe indietreggiare a causa dell’assenza fisica in ufficio, ma spetta alle aziende esserne consapevoli. Tuttavia, Roberts pone l’attenzione anche sul rovescio della medaglia: la flessibilità dello smart working è un enorme vantaggio per le donne e, in particolare, per le madri. Il presenzialismo e le lunghe ore di lavoro sono stati sostituiti da nuovi modi di lavorare. «Non dimentichiamo che una delle cose migliori che viene fuori (dalla pandemia, ndr) è la capacità di lavorare in modo flessibile», ha dichiarato.
Secondo un sondaggio della BBC, poco più della metà delle donne (56%) ritiene che lo smart working avrebbe contribuito al progresso della loro carriera, poiché i compiti di assistenza all’infanzia e di accudimento per la famiglia non sono più grandi ostacoli, come nel lavoro a tempo pieno. Tuttavia, sono le faccende domestiche che ricadono sulle spalle femminili ad intralciare il lavoro svolto da casa. Infatti, uno studio basato su più di 6.500 interviste rivolte a lavoratori di diversi settori e in 14 Paesi del mondo, tra cui l’Italia, si rileva che, in una relazione con entrambi i partner occupati fuori casa, è la donna ad occuparsi maggiormente delle faccende quotidiane. Equivale al 75% delle responsabilità familiari, che sottraggono energie sia fisiche che mentali e che si aggravano con la costante presenza in casa. Tuttavia, il 65% dei dirigenti ritiene che lo smart working aiuti nell’avanzamento della carriera femminile, ma solo un quarto delle intervistate ha affermato che è improbabile che il lavoro da casa possa agevolarle.
In conclusione, il risultato conferma che la figura femminile, in questo terribile periodo, si è fatta maggiormente carico della chiusura dei servizi, scuola in primis, rimanendo allo stesso tempo attiva all’interno delle mura familiari, non solo lavorando, ma anche accudendo i propri cari.