Il 23 aprile, il Senato ha approvato un emendamento al decreto Pnrr-quater. Esso fornisce ai consultori la possibilità di servirsi del supporto di associazioni “con esperienza nel sostegno alla maternità”, riporta Politico. Ciò ha scatenato una grande polemica in virtù del tema su cui verte l’emendamento, il diritto all’aborto, tematica di evidente connotazione politica che divide tanto in Italia quanto all’estero.
L’emendamento è stato criticato dall’opposizione in quanto renderebbe più semplice per le associazioni anti-abortiste accedere ai consultori, riporta Politico. Un più ampio spazio di manovra per queste associazioni consentirebbe loro di esercitare maggiori pressioni sulle donne che si trovano a voler decidere se ricorrere o meno all’aborto. Francesco Boccia del Partito Democratico ha commentato su Facebook il nuovo emendamento: «Giocano con i diritti e la libertà delle donne. Non gli permetteremo di far tornare l’Italia nel Medioevo». Intanto, molte donne sono scese in piazza davanti al Parlamento rivendicando la natura laica dei consultori, «spazi socio-culturali che dovrebbero garantire il benessere, l’autodeterminazione e la libera scelta su maternità e aborto, senza l’intervento di terze parti, soprattutto se di ispirazione religiosa».
Di contro, la Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni ha affermato che l’emendamento non ha l’obiettivo di rendere l’aborto meno accessibile, bensì di rafforzare quanto già affermato dalla legge 194 del 1978, sull’interruzione volontaria di gravidanza in Italia, riporta la BBC. L’articolo 2 della legge 194, infatti, attesta il diritto dei consultori di «avvalersi […] della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato», oltre a sancire il loro dovere di fornire assistenza «contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza». A questo proposito, prima di essere eletta Primo Ministro, la Meloni avrebbe promesso di “assicurare la possibilità di prendere una scelta alternativa a quelle donne che credono che l’aborto sia l’unica soluzione possibile”, come scrive la BBC.
Non è ciò che pensa il Ministro dell’uguaglianza spagnolo Ana Redondo, che si è pronunciata sul tema e ha commentato l’emendamento FdI su X parlando di “molestie organizzate” ai danni delle donne nei consultori. Da parte sua, Giorgia Meloni ha risposto durante un incontro dei leader dell’UE a Bruxelles, affermando che non sarebbe la prima volta che ministri stranieri si interessano di questioni italiane senza essere pienamente a conoscenza dei fatti. Questo è quanto riportato dalla BBC.
Quello del diritto all’aborto resta dunque un tema spinoso in Italia come all’estero. Negli Stati Uniti si tratta di una delle tematiche calde attorno alla quale si gioca la corsa alla Presidenza, mentre la Francia ha adottato a marzo la riforma che l’ha resa il primo Paese al mondo a salvaguardare il diritto all’IVG nella Costituzione. Sulla stessa linea, Gilda Sportiello, la deputata del M5S che ha dichiarato alla Camera di aver abortito 14 anni fa, ha depositato a marzo una proposta di riforma per inserire anche in Italia il diritto all’aborto nella Costituzione, come riporta ancora Politico.