La polizia brasiliana ha recentemente arrestato cinque persone, tra cui quattro soldati e un ex membro del governo di Jair Bolsonaro, per un presunto complotto volto ad assassinare Luiz Inácio Lula da Silva e impedire il suo insediamento alla presidenza nel 2022. L’indagine ha rivelato un piano noto come “Pugnale Verde-Giallo”, che prevedeva non solo l’omicidio di Lula e del vicepresidente Geraldo Alckmin, ma anche l’eliminazione del giudice della Corte Suprema, Alexandre de Moraes.
Lula, eletto presidente nell’ottobre 2022, ha assunto l’incarico il 1° gennaio 2023. Bolsonaro, dal canto suo, non ha mai riconosciuto pubblicamente la sconfitta e ha lasciato il Brasile prima dell’insediamento, trasferendosi in Florida. Come riportato dalla BBC, l’ex presidente era già sotto indagine per presunti legami con le rivolte dell’8 gennaio 2023, quando migliaia di suoi sostenitori hanno assaltato diversi edifici governativi a Brasilia, cercando di provocare un intervento militare.
I cospiratori avrebbero pianificato metodi estremi, come avvelenamento ed esplosivi, sfruttando presunte vulnerabilità di Lula. Documenti sequestrati dalla polizia indicano che i responsabili intendevano prendere il controllo del governo attraverso una struttura militare temporanea, guidata da due generali in pensione, e indire nuove elezioni.
Tra gli arrestati figura Mario Fernandes, generale di brigata in pensione e secondo dirigente più alto nella Segreteria Generale della Presidenza durante l’amministrazione Bolsonaro, come riportato dalla CNN. Gli arresti, effettuati principalmente a Rio de Janeiro e Brasilia, sono stati autorizzati dal giudice de Moraes e hanno comportato il sequestro di documenti e misure restrittive, tra cui il divieto di contatti tra i sospetti e di lasciare il Paese.
Le autorità, come riportato da Reuters, hanno sottolineato la sofisticazione del piano: «le indagini indicano che l’organizzazione criminale ha utilizzato un alto livello di conoscenze tecnico-militari per pianificare, coordinare ed eseguire azioni illecite nei mesi di novembre e dicembre 2022». Le indagini continuano per far luce sui legami tra i cospiratori e gli ambienti governativi, riaffermando la necessità di proteggere la democrazia brasiliana da minacce autoritarie.