Il governo del Queensland, in Australia, ha approvato una legge che consente di processare bambini di 10 anni come adulti, se accusati di crimini gravi. Questa decisione, volta a rispondere a una crescente ondata di crimini violenti tra i minori, ha suscitato un acceso dibattito pubblico.
Secondo The Guardian, la nuova normativa è stata concepita come risposta all’aumento dei reati commessi da bambini e adolescenti, inclusi omicidi, stupri e rapine violente. La legge stabilisce che i bambini di 10 anni accusati di tali crimini possano essere giudicati da tribunali per adulti e, in caso di condanna, detenuti in strutture carcerarie per adulti.
Le critiche, tuttavia, non si sono fatte attendere. Gli attivisti per i diritti dei bambini e gli esperti legali, citati da BBC News, sottolineano che trattare i minori come adulti contravviene agli standard internazionali sui diritti dei bambini e potrebbe causare gravi danni psicologici. Secondo i detrattori, questa legislazione rischia di compromettere il processo di riabilitazione dei giovani, aumentando il rischio di recidiva e alienazione sociale.
D’altro canto, ABC News riporta il punto di vista dei sostenitori della legge, che la considerano una misura necessaria per combattere l’aumento della criminalità giovanile nelle aree più colpite. Per alcuni legislatori, un approccio più severo rappresenta un deterrente efficace per arginare la crescente violenza, proteggendo le comunità locali da ulteriori crimini.
La nuova legge ha aperto una frattura tra chi chiede un sistema di giustizia più protettivo per i bambini e chi ritiene prioritario garantire la sicurezza pubblica. Con proteste programmate in tutto il paese, il dibattito su questa controversa misura è destinato a proseguire nelle prossime settimane, sollevando interrogativi sull’equilibrio tra riabilitazione e punizione.