Il 6 novembre 2024, le autorità sudafricane hanno deciso di chiudere temporaneamente il valico di confine di Lebombo, il più importante collegamento con il Mozambico, situato nella provincia di Mpumalanga. Questa decisione è stata presa in risposta all’intensificarsi delle proteste in Mozambico, iniziate il 9 ottobre a seguito delle elezioni presidenziali.
Secondo quanto riportato da Reuters, Venâncio Mondlane, leader dell’opposizione, ha accusato il partito al governo, Frelimo, di brogli elettorali che avrebbero consentito al suo candidato, Daniel Chapo, di vincere con oltre il 71% dei voti. In seguito a queste accuse, Mondlane ha lanciato un appello sui social media per organizzare manifestazioni di massa, che si sono trasformate in scontri violenti con la polizia, causando la morte di almeno 18 persone, secondo Human Rights Watch. La situazione è ulteriormente peggiorata, con il governo che ha limitato l’accesso a Internet e minacciato l’intervento dell’esercito.
La chiusura del valico di Lebombo è stata innescata da segnalazioni di incendi appiccati dai manifestanti sul lato mozambicano del punto d’ingresso. Sebbene il lato sudafricano non sia stato direttamente coinvolto, le autorità hanno deciso di agire preventivamente per garantire la sicurezza pubblica, schierando forze di polizia e militari per evitare l’estensione delle proteste oltre il confine. Inoltre, le autorità sudafricane hanno riferito alla BBC che sette funzionari mozambicani hanno chiesto asilo in Sudafrica per motivi di sicurezza. Nonostante ciò, Michael Masiapato, commissario della BMA, ha dichiarato l’impegno a riaprire il valico il prima possibile.
Le tensioni politiche in Mozambico continuano a crescere nel contesto post-elettorale, lasciando il futuro politico del paese in una situazione incerta, caratterizzata da violente manifestazioni e dure repressioni da parte delle forze dell’ordine. La chiusura del valico di Lebombo evidenzia la gravità della situazione, mentre la comunità internazionale monitora attentamente gli sviluppi.
