Yunior García è ad oggi il simbolo della protesta attualmente in corso a Cuba, poiché è diventato di fatto il portavoce del desiderio di cambiamento dell’isola.
Il drammaturgo di 39 anni è stato il promotore della marcia pacifica che avrebbe avuto luogo lunedì 15 novembre per le strade dell’Avana, se non fosse stato lui stesso bloccato dagli agenti della Sicurezza di Stato e disposto agli arresti domiciliari.
Parliamo di un personaggio controcorrente, che, seppur formatosi nel contesto influenzato dal regime, ha comunque sviluppato forti inquietudini che l’hanno poi indotto a mettere in discussione tutto quanto il sistema, con la ferma convinzione che questo si scagli contro chiunque dimostri dissidenza e polemicità.
Yunior García è nato ad Holguín (Cuba), una città nota per i propri abitanti valorosi e agguerriti, che nel corso della storia si sono opposti prima all’egemonia della Corona spagnola e in seguito alla dittatura di Fulgencio Batista.
Il drammaturgo si è dedicato sin dall’infanzia all’arte dello spettacolo, e all’età di 17 anni è stato ammesso alla Scuola Nazionale delle Arti di Cuba (ENA), dove ha studiato recitazione. È stato proprio qui che ha iniziato ad interrogarsi non soltanto sulla cultura, ma anche sul regime e su quanto questo influisca persino in qualcosa di così “libero” come l’arte. È diventato quindi, e continua ad esserlo tutt’oggi, a distanza di anni, uno dei più importanti rappresentanti di quella generazione che esige il cambiamento.
In seguito alla protesta di 300 giovani artisti di fronte al Ministero della Cultura del 27 novembre 2020, l’uomo ha creato la piattaforma Archipiélago, che riunisce interi gruppi di artisti che attraverso i social richiedono un cambiamento politico e una maggior apertura da parte del Governo cubano.
«È uno spazio pluralista nel quale coesistono idee diverse», ha spiegato García in merito al suo progetto. «Ma nel rispetto della diversità, della possibilità che l’altro abbia la sua parte di verità, cosicché possa venirne fuori una verità collettiva, diciamo, senza che vengano annullate quelle differenze che ci caratterizzano».
Un’attivista, insomma, che crede fermamente nei propri principi, e che non si è tirato indietro neanche quando il Governo ha dichiarato la sua Marcia Civile per il Cambiamento illegale, tacciandola di “provocazione destabilizzante”. Il drammaturgo aveva infatti comunicato a tutti tramite il proprio account Twitter che avrebbe marciato da solo, con gli abiti bianchi ed una rosa anch’essa bianca tra le mani, «in rappresentanza di tutti i cittadini ai quali il regime ha tolto il diritto di manifestare».
È stata proprio questa la ragione per cui è stato immediatamente messo in isolamento nel proprio appartamento all’Avana. Ma ciò non è bastato ad affievolire la potenza della sua voce, che continua ad avere una risonanza internazionale.