Durante una riunione a Lussemburgo tra i Ministri degli Esteri dei paesi membri dell’Unione Europea, è stato deciso di sospendere la missione di formazione e addestramento dell’esercito del Mali che era in atto dal 2013. La decisione è stata presa in seguito al fatto che in Mali vi sia la presenza del gruppo russo Wagner, un’organizzazione privata paramilitare composta da mercenari. Questi ultimi, infatti, collaborerebbero con le Forze Armate del Mali e avrebbero causato dei veri e propri massacri, come quello avvenuto a Moura a fine marzo, in cui, secondo l’organizzazione non governativa Human Rights Watch, sarebbero stati assassinati 300 civili. Così è stato dichiarato dall’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell.
Borrell ha affermato che la decisione è stata presa in seguito ai recenti avvenimenti accaduti in Mali e al fatto che non ci siano garanzie sufficienti da parte delle autorità di transizione affinché non vi sia nessun tipo di interferenza della compagnia Wagner, protagonista dei numerosi fatti di violenza perpetrati nei confronti dei civili. In particolare, l’Alto rappresentante si riferisce al massacro di 300 civili a Moura, commesso da militari maliani con la collaborazione di istruttori militari russi. Borrell ritiene che non si possa più collaborare e che l’UE non può addestrare militari che possono, in qualche modo, far parte di questi avvenimenti.
Qualche giorno dopo il massacro, il governo del Mali ha dichiarato, attraverso un comunicato stampa, di aver eliminato 203 jihadisti e fatto prigionieri 51 di questi grazie a un’operazione militare portata a termine a Moura alla fine di marzo. Tuttavia, le testimonianze raccolte da Human Rights Watch assicurano che molte delle persone assassinate non erano membri di gruppi jihadisti né che fossero armate. Un tribunale militare dell’Esercito del Mali ha annunciato l’apertura di un’indagine, ma le autorità di transizione maliane rifiutano la presenza di investigatori delle Nazioni Unite o indipendenti.
Borrell ha aggiunto che per quanto riguarda il futuro delle missioni militari in Africa il territorio del Sahel continua ad avere la priorità per Bruxelles. Nel 2020 il Consiglio dell’UE ha prolungato la durata dell’EUTM (European Union Training Mission) fino al 2024, e ha esteso il suo raggio di azione in Mauritania, Chad, Niger e Burkina Faso.
L’EUTM in Mali è iniziato nel 2013 con l’obiettivo di migliorare le capacità militari dell’esercito maliano, affinché potesse recuperare l’integrità territoriale del paese. Per questo motivo il programma addestra i militari africani per combattere nella lotta antiterrorista, in operazioni speciali, nella gestione di risorse umane, nella logistica e nei diritti umanitari internazionali, tra gli altri. Tra la ventina di paesi dell’UE che hanno reso possibile il programma militare, i principali sono Spagna, Germania, Francia e Belgio.