Quando il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato il 31 agosto come data per il ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan, la sua amministrazione ha iniziato i colloqui con Ankara per un ruolo di sicurezza e funzionamento dell’aeroporto internazionale di Kabul dopo il ritiro degli Stati Uniti. Quel momento sembrava rappresentare un’opportunità per ripristinare le relazioni tra Turchia e America, ormai da anni instabili.
Tuttavia, questo miglioramento delle relazioni si è rapidamente interrotto dopo il rapido controllo del potere da parte dei talebani che ha rovinato il progetto di cooperazione turco-americano. Dopo l’offensiva militare russa contro l’Ucraina dello scorso 24 febbraio, la comunicazione tra Ankara e Washington è stata ripristinata, mentre l’amministrazione del presidente Biden ha cercato di unire la NATO contro Mosca.
Il 4 aprile scorso, il sottosegretario di Stato americano Victoria Noland ha visitato Ankara, aprendo la strada per una cooperazione strategica dei due paesi. Il primo risultato della visita di Noland è stato un approccio positivo da parte del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti in una lettera al Congresso riguardante il progetto di vendita dei combattenti EV16 alla Turchia, affermando che fornire ad Ankara questi combattenti è segno di unità e sicurezza nazionale degli Stati Uniti. L’attuale interesse degli Stati Uniti a riformare le relazioni con la Turchia deriva dalla necessità di Washington di un maggiore ruolo turco nel sostenere l’Ucraina ed affrontare la Russia. Ankara però, non ha partecipato al processo occidentale di armamento dell’Ucraina dopo l’inizio della guerra, preferendo invece svolgere il ruolo di mediazione tra Mosca e Kiev.
Infatti, durante il vertice di emergenza NATO tenutosi a Bruxelles il mese scorso, il presidente Erdogan ha ricordato l’importanza del ruolo del suo paese nell’alleanza invitando gli alleati occidentali a porre fine all’embargo sulle armi nei confronti della Turchia. Ankara si lamenta da anni del fatto che i partner occidentali si siano rifiutati di fornire sistemi di difesa missilistica e che gli Stati uniti le impongono ancora sanzioni dopo essere stata espulsa dal progetto EF35 a causa della sua acquisizione dell’avanzato sistema di difesa missilistica S-400 della Russia.
Funzionari statunitensi hanno recentemente rivelato che Washington aveva proposto ad Ankara di fornire all’Ucraina il suo sistema S-400 in cambio della revoca delle sanzioni, ma Ankara aveva rifiutato per paura che ciò avrebbe influenzato le sue relazioni con la Russia.
La proposta apre quindi un dibattito tra Ankara e Washington su iniziative concrete che dovrebbero risolvere la crisi tra di loro. Oltre alla questione S-400 ci sono molte questioni controverse da risolvere, anche se Ankara e Washington ora credono che la situazione attuale sia un’opportunità per riabilitare le loro relazioni, rafforzarle e risolvere le controversie. Tuttavia, un importante passo in avanti nelle differenze turco-americane richiede misure pratiche per ricostruire la fiducia tra le due parti.