giovedì, 21 Novembre 2024
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Transnistria: la regione separatista della Moldavia e il suo legame con la Russia

La regione al confine con l'Ucraina a maggioranza filo-russa sembra essere un nuovo possibile territorio di scontro

Negli ultimi giorni ci sono stati dei bombardamenti nella Transnistria, territorio al confine con l’Ucraina controllato dalla Russia di Putin, e per questo si sono sollevati timori riguardo ad una possibile espansione dell’offensiva russa per il controllo della regione.

Le autorità del luogo hanno affermato che i responsabili siano degli infiltrati ucraini, mentre il presidente ucraino Zelensky ha smentito ciò, ritenendo responsabili delle recenti esplosioni i servizi speciali russi.

A rafforzare da un lato i sospetti circa l’interesse del Cremlino per la Transnistria, vi è il legame di quest’ultima, nota ufficialmente col nome di Repubblica Moldava di Pridnestrovie, con la Russia stessa, non riconosciuta ufficialmente come regione indipendente nè dalla Russia nè dalle Nazioni Unite.

La ragione di questo legame con la Russia risale ai decenni passati in cui la Transnistria era una repubblica sovietica socialista, e tutt’ora sulla bandiera di Stato sono presenti la falce ed il martello, il viale principale della capitale Tiraspol è chiamato 25 Ottobre (data della rivoluzione bolscevica), e la moneta ufficiale è il rublo transnistriano.

Dopo la disgregazione dell’Unione Sovietica, il crescente nazionalismo di matrice moldava, assieme al timore di una possibile riunificazione con la Romania, portarono alla secessione della Transnistria, filo-russa, dalla Moldavia.

Come riporta la BBC, il presidente russo Putin si impegna a “proteggere” i cittadini russi che si trovano nelle ex repubbliche sovietiche, tra cui appunto la Transnistria, e mentre l’attuale presidente moldava Maia Sandu si è sempre dichiarata pro-UE, il suo predecessore Igor Dodon, che possiede ancora numerosi sostenitori nella regione, era filo-russo.

Di fatto dal 1992, data d’inizio del conflitto tra Moldavia e Transnistria, quest’ultima dipende fortemente dalla Russia di Putin, sia da un punto di vista economico che militare, pertanto le esplosioni degli ultimi giorni fanno temere un’estensione del conflitto russo-ucraino a questa regione, che rappresenterebbe un’ulteriore aumento della situazione d’instabilità attuale dell’Europa.

Il presidente moldavo Sandu ha infatti richiesto che le truppe russe attualmente presenti sul suolo moldavo siano sostituite da un gruppo di delegati dell’OSCE (l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), ma tale richiesta è stata respinta da Putin, e questo rende necessario attendere i futuri sviluppi della situazione in atto, per poter comprendere le intenzioni effettive della Russia nella regione transnistriana.

Francesca Nardella
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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