Tra la notte di venerdì 21 e l’alba di sabato 22 ottobre, l’esercito russo è tornato ad attaccare le infrastrutture energetiche ucraine nelle regioni centrali, meridionali e occidentali del Paese.
Stando a quanto riportato dalla Ukraïns’ka pravda, l’azienda Ukrenergo (operatore del sistema elettrico in Ucraina ed unico operatore delle linee di trasmissione ad alta tensione del paese) afferma che le conseguenze di questo bombardamento potrebbero essere altrettanto gravi, o addirittura peggiori, rispetto ai precedenti attacchi.
Tecnici e specialisti dell’azienda stanno lavorando con impegno al fine di ripristinare l’alimentazione elettrica il prima possibile, in particolare in quelle regioni rimaste totalmente senza corrente elettrica. Nel weekend, infatti, la società ucraina ha dichiarato che la fornitura di energia elettrica a Kiev, così come in altre città importanti sia ora ridotta e limitata al minimo indispensabile.
Nastojaščee Vremja, canale televisivo in lingua russa, riporta le parole del portavoce del presidente ucraino, Andrej Ermak, che definisce quanto avvenuto «un altro attacco missilistico da parte di terroristi che continuano ad attaccare infrastrutture e civili».
L’uomo ritiene il sogno dei russi, volto a fermare la liberazione del territorio ucraino, infantile, sottolineandone l’effetto che tali atti hanno sugli ucraini, rendendoli sempre più determinati e pronti a dare una risposta ancora più forte.
Il Comando dell’aeronautica delle Forze armate ucraine riferisce sul proprio portale quanto avvenuto nei dettagli: alle 7 di sabato, ora locale, è stato lanciato un massiccio attacco missilistico (per un totale di 33 missili) contro il territorio dell’Ucraina, con obiettivo le infrastrutture civili di primaria importanza. L’esercito russo ha schierato almeno 10 aerei strategici dal distretto di Volgodonsk della regione di Rostov, mentre altri 16 missili Kalibr sono stati lanciati da navi nel Mar Nero.
Nel tentativo di limitare i danni, le Forze armate ucraine affermano che l’aviazione, la contraerea e le unità missilistiche ucraine, così come le squadre di fuoco mobili, hanno distrutto 18 missili.
Il Ministero della Difesa russo non ha ancora commentato l’episodio.
Due settimane fa l’esercito russo ha lanciato il suo primo attacco su larga scala alle infrastrutture energetiche ucraine. Questo attacco è avvenuto poco dopo il bombardamento del ponte di Crimea, episodio che le autorità russe hanno definito “attacco terroristico”, attribuendolo all’Ucraina.
Come afferma la BBC Russian News, Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha prontamente negato il suo coinvolgimento con quanto avvenuto sul Ponte di Crimea, ha dichiarato questa settimana che «dal 10 ottobre il 30% delle centrali elettriche ucraine è stato distrutto, causando massicce interruzioni di corrente in tutto il Paese». «Non c’è più spazio per i negoziati con il regime di Putin», ha concluso in maniera perentoria il presidente ucraino.