La commissione elettorale pakistana ha deciso di rinviare le elezioni in Punjab, provincia più popolosa, dopo che il governo del primo ministro Shehbaz Sharif si è rifiutato di erogare i fondi necessari per lo svolgimento delle elezioni.
Le elezioni si sarebbero dovute tenere il 30 aprile inizialmente, tuttavia, mercoledì 22, la Commissione elettorale del Pakistan (ECP) ha deciso di rinviarle all’8 ottobre. La decisone dell’ECP si basa sulla situazione instabile della sicurezza del paese e sulla carenza di fondi per le elezioni.
L’ex primo ministro e attuale leader dell’opposizione Imran Khan ha condannato la mossa della ECP, definendola una violazione della costituzione del Pakistan, secondo quanto riportato da Al Jazeera.
Imran Khan è il fondatore del Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI), uno dei maggiori partiti politici del paese, inoltre, è diventato il primo ministro del paese ad essere deposto attraverso una mozione di sfiducia in parlamento. La sua carica è durata dal 2018 al 2022.
Il PTI all’inizio del mese è stato protagonista di ripetuti scontri contro le forze di sicurezza, scontri simili sono avvenuti anche a Islamabad. I contrasti sono scoppiati dopo che i sostenitori di Khan hanno impedito alla polizia e alle forze paramilitari di arrestarlo con l’accusa di aver venduto illegalmente regali di stato durante il suo mandato di premier.
A gennaio, il partito Pakistan Tahreek-e-Insaf (PTI) di Khan ha ottenuto lo scioglimento delle assemblee nelle province di Punjab e Khyber Pakhtunkhwa, con l’intento di svolgere nuove elezioni entro 90 giorni, come indicato dalla Costituzione. Tuttavia, la decisione del ECP impedisce lo svolgimento di tale obiettivo da parte del partito.
Asad Rahim Khan, avvocato e editorialista pakistano, ha definito la decisione dell’ECP di ritardare le elezioni in Punjab una «presa in giro della legge», secondo quanto riportato da Al Jazeera.