Sebbene i media e i politici italiani si siano compiaciuti del lavoro svolto dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, lo stesso non si può dire dell’opinione pubblica francese. Infatti, le prime invettive sono arrivate già nel maggio scorso quando, come riporta il quotidiano d’oltralpe Le Monde, Giorgia Meloni è stata accusata dal Ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin di essere “incapace di gestire e regolare i problemi migratori per i quali è stata eletta”. Ciò ha scatenato la reazione del Ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, che di lì a poco si sarebbe dovuto recare a Parigi per un incontro con la sua corrispondente francese, incontro, quest’ultimo, che è stato annullato.
Le tensioni tra i due paesi hanno al centro un argomento ben preciso, ovvero la gestione dei migranti alla frontiera franco-italiana. Questo è un problema che si ripresenta da anni, poiché il confine segnato dalle Alpi è l’ultima fase dell’interminabile viaggio che i migranti, perlopiù africani, devono affrontare per arrivare in Francia. Tale questione accende nuovamente gli animi tra Francia e Italia; già nel 2019, infatti, l’ambasciatore francese in Italia era stato chiamato più volte a recarsi a Parigi al fine di chiarire alcune questioni scottanti sulla crisi migratoria in corso in quel periodo.
Il primo scontro tra Parigi e Roma si è verificato a novembre dello scorso anno, quando le autorità italiane si sono rifiutate di far attraccare sulle coste della penisola la nave Ocean Viking con a bordo 230 migranti, che alla fine sono stati accolti a Tolone. A maggio, una seconda crisi diplomatica ha riacceso la fiamma e lo scorso mese Darmanin, come riporta il canale televisivo francese TF1, si è pronunciato chiaramente: «La Francia non accoglierà dei migranti provenienti da Lampedusa».
Infatti, un gran numero di forze di polizia francesi si sono schierate per proteggere il confine francese di Mentone. Gli effettivi che si dovranno occupare di impedire il passaggio di chiunque voglia oltrepassare la frontiera in maniera irregolare sono passati da 500 a 700. Tuttavia, questa volta la Francia si è posta in maniera più amichevole nei confronti dei vicini italiani, proponendosi di aiutare a ricondurre gli immigrati irregolari nei paesi di provenienza, con i quali ha buone relazioni diplomatiche.
In un clima così teso, Bruxelles è intervenuta per alleviare la crisi in atto e per cercare l’unità, secondo quanto affermato dalla testata francese Le Figaro. Tuttavia, mentre la Germania ha dato il via libera per la regolamentazione attraverso un testo per la gestione della crisi, l’Italia continua ad opporre resistenza ad un documento che darebbe atto alla “strumentalizzazione della migrazione”. È così che i contrasti si sono accesi anche sul fronte tedesco, soprattutto dopo la decisione della Germania di sospendere l’accoglienza volontaria dei richiedenti asilo provenienti dall’Italia.
Il destino di migliaia di donne, giovani e bambini di origine africana è nelle mani di una diplomazia europea che fatica a trovare un compromesso sul futuro e sulla possibilità di integrazione di molte vite umane.