Una donna indiana ha denunciato il marito per “sesso innaturale” e non consenziente, accusandolo, a tutti gli effetti, di stupro. Come riporta il sito della CNN, la moglie ha sporto la denuncia nel 2022, presso l’Alta Corte dello stato di Madhya Pradesh, in India, e la sentenza definitiva è stata emanata mercoledì 1° maggio 2024.
La donna si è appellata alla sezione 377 dell’IPC (il Codice penale indiano), che dichiara: «Chiunque abbia volontariamente rapporti carnali contro l’ordine naturale con qualsiasi uomo, donna o animale, potrà essere punito con la reclusione a vita, con l’ergastolo o con una detenzione fino a 10 anni e sarà, inoltre, passibile di multa».
Nello specifico, la legge faceva riferimento alle relazioni omosessuali ed è stata abolita dalla Corte Suprema dell’India nel 2018. Questa sarebbe una delle ragioni per cui il giudice unico Gurpal Singh Ahluwalia, a cui era stato affidato il caso, ha respinto la denuncia della donna, dichiarando che in India «lo stupro coniugale non è ancora stato riconosciuto».
Di fatti, come riporta India Today, attualmente, qualunque pratica sessuale in una coppia sposata è ritenuta legale e, secondo l’ordinamento giuridico indiano, si potrebbe parlare di stupro solo ed esclusivamente nel caso in cui la moglie abbia meno di 15 anni.
Come riferisce il sito The Hindu, il giudice Ahluwalia ha affermato: «Questo tribunale è del parere che, dopo essere giunto alla conclusione che l’atto sessuale innaturale da parte del marito con la moglie legalmente sposata che risiede con lui non è un reato ai sensi della Sezione 377 dell’IPC, non sono necessarie ulteriori deliberazioni per stabilire che la denuncia formale sia stata presentata sulla base di accuse frivole».
Stando a diversi attivisti, questo caso metterebbe in luce una lacuna nel sistema giuridico indiano. Sempre secondo la CNN, infatti, le leggi che regolamentano i casi di stupro non sarebbero chiare e verrebbero liberamente interpretate dai giudici. In questo modo, le donne non ricevono abbastanza protezione e sono vincolate a rispettare delle regole non scritte, senza possibilità di ricorrere ad azioni legali contro i mariti che commettono stupri all’interno del matrimonio.