Nel corso di una riunione plenaria tenutasi a Singapore il 28 giugno, il Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale (GAFI) ha preso la decisione di inserire il Principato di Monaco nella lista dei paesi con alla lista dei paesi da sottoporre a “monitoraggio rafforzato”. All’elenco è stato aggiunto anche il Venezuela, mentre sono state rimosse la Turchia e la Giamaica, riporta DW News.
Con sede a Parigi, il GAFI monitora gli sforzi di oltre 200 paesi nel prendere misure per prevenire il riciclaggio di denaro e il finanziamento al terrorismo, aggiungendoli alla sua “lista grigia” nel caso vengano rilevate carenze strategiche nei controlli. Inoltre, l’organismo dispone anche di una “lista nera”, nella quale figurano le giurisdizioni a rischio elevato, tra cui l’Iran e la Corea del Nord. Nel corso degli anni, il GAFI ha esortato i paesi ad applicare contromisure contro le nazioni inserite in tali liste, mettendoli in guardia dalle “attività illecite legate al finanziamento delle armi di distruzioni di massa” e mettendo in evidenza che paesi come l’Iran non hanno ratificato la convenzione di Palermo, riporta Barrons.
Per quanto riguarda Monaco, la sua inclusione nella lista grigia è stata decisa nonostante il Paese abbia già adottato ben nove leggi per intensificare i suoi sforzi nelle indagini e nell’azione penale contro il riciclaggio di denaro, in seguito alle raccomandazioni del Moneyval, l’organismo antiriciclaggio del Consiglio d’Europa. Da tempo, Monaco è nota per attrarre gli individui più facoltosi, grazie ad un regime fiscale estremamente favorevole che prevede l’assenza di imposte sul reddito e sul patrimonio. Per via dell’alta concentrazione di milionari, il Paese è considerato particolarmente fragile rispetto alle minacce finanziarie. L’applicazione immediata delle misure antiriciclaggio, tuttavia, sarebbe risultata complessa a causa della mancanza di personale qualificato.
Già nel 2021, Monaco era stata perturbata da una serie di denunce anonime pubblicate sul sito web Les Dossiers du Rochier. Le accuse coinvolgevano diverse personalità vicine al capo di stato, il principe Alberto II, sostenendo che fossero implicate in un programma di riciclaggio di denaro basato sulla corruzione nel settore immobiliare. Tali rivendicazioni hanno portato nel 2023 all’espulsione del capo amministratore dei beni della corona, Claude Palmero, riporta The Hindu. Secondo un rapporto del Moneyval dello stesso anno, Monaco sarebbe un obiettivo primario per flussi finanziari sospetti: la maggior parte dei proventi di attività illecite riciclati a Monaco proverrebbero da giurisdizioni vicine, in particolare dalla Francia e dall’Italia.
«Nonostante i notevoli progressi compiuti dal 2022, Monaco deve colmare le sue carenze strategiche», ha commentato il presidente del GAFI, Raja Kumar. In risposta, il Governo del Principato ha dichiarato che si impegnerà ad uscire dalla lista, rispettando le scadenze previste.