Venerdì 15 novembre, tredici persone sono rimaste ferite in Georgia durante una manifestazione violenta in Abkhazia. L’evento aveva come obiettivo ostacolare un possibile accordo economico tra la Russia e la regione filo-russa, come riportato da Le Figaro. Dei tredici feriti, due sono stati portati in ospedale.
La regione dell’Abkhazia ha dichiarato la propria indipendenza nel 1992, ma tale indipendenza è stata riconosciuta solo da Mosca e non a livello internazionale. A Sukhumi, capitale della regione, i manifestanti hanno abbattuto i cancelli che circondano il Parlamento utilizzando un camion, per poi arrampicarsi sulle finestre dell’edificio, secondo quanto riportato dalla CNN.
Nel 2008, durante una breve guerra, l’esercito russo era intervenuto in Georgia, e Mosca aveva riconosciuto l’indipendenza delle due regioni separatiste, l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud, mantenendo una presenza militare sul territorio. L’Abkhazia aveva dichiarato la sua indipendenza dalla Georgia dopo la caduta dell’URSS, una dichiarazione per cui aveva anche combattuto contro l’esercito georgiano negli anni ’90, con il supporto della Russia.
L’accordo tra la regione e la Russia permette alle compagnie russe di investire in Abkhazia, ma la seduta parlamentare dedicata all’accordo è stata rinviata, e il progetto di legge per la sua approvazione è stato ritirato, come ha dichiarato l’amministrazione presidenziale. Il Presidente della regione ha dichiarato che queste manifestazioni «pongono di nuovo la repubblica davanti a dei grandi problemi», e ha escluso di dare le dimissioni.
Il Ministro degli Esteri russo ha espresso la sua preoccupazione riguardo queste tensioni, e si dispiace del fatto che le opposizioni «non abbiano considerato di superare le proprie diversità con le forze al potere del Paese attraverso un dialogo civile e rispettoso», e che abbiano «superato i limiti della legalità» e abbiano provocato «un’escalation del conflitto».
Temur Gulia, leader di un partito di opposizione, ha dichiarato che la loro richiesta iniziale era quella di annullare l’accordo con Mosca, in quanto ritenuto dannoso per i cittadini locali, poiché favorirebbe l’acquisto di proprietà sul territorio da parte dei ricchi russi. Ora, però, i manifestanti sembrano chiedere anche le dimissioni del Presidente. «Il popolo richiede le dimissioni di Aslan Bžania e vuole assolutamente ottenerle», ha dichiarato Temur Gulia.
Olesya Vartanyan, analista specializzata nei conflitti indipendentisti e separatisti dell’area caucasica, ha dichiarato che la crisi è stata scatenata anche dalla volontà della Russia di ottenere sempre di più dall’Abkhazia. «I russi li stanno pagando – vogliono qualcosa in cambio. C’è sempre questa questione – perché noi vi sosteniamo e voi non permettete nemmeno ai cittadini russi di comprare delle proprietà sul vostro territorio?». Vartanyan ha anche aggiunto che «ogni Presidente riconosciuto da Mosca è diventato una sorta di ostaggio della Russia. Quando sali al potere devi essere fedele a Mosca e trovare un modo per cooperare».