giovedì, 5 Dicembre 2024
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Le principali testate giornalistiche canadesi fanno causa a OpenAI

Una storica causa legale punta i riflettori sull'uso non autorizzato dei contenuti dei media per l'addestramento dei modelli di IA

Cinque delle maggiori testate giornalistiche canadesi, tra cui CBC/Radio-Canada, The Globe and Mail, Torstar, Postmedia e The Canadian Press, hanno intentato una causa contro OpenAI, la società creatrice di ChatGPT.

ReadWrite mostra che le testate accusano la società tecnologica per aver “raschiato” contenuti dai loro siti web senza autorizzazione per addestrare il suo modello di intelligenza artificiale, violando il diritto d’autore e i termini di utilizzo online. La causa, presentata presso la Corte Superiore di Giustizia dell’Ontario, richiede danni punitivi fino a 20.000 dollari canadesi per articolo utilizzato, con un risarcimento potenziale che potrebbe raggiungere miliardi di dollari​.

La coalizione di media canadesi sostiene che OpenAI abbia sfruttato ingiustamente il lavoro dei giornalisti per trarne profitto, compromettendo la sostenibilità economica delle aziende giornalistiche. UPI scrive di come i querelanti chiedono non solo risarcimenti economici, ma anche un’ingiunzione per impedire al gigante tecnologico di continuare a utilizzare i loro contenuti. Neil Oliver, CEO della Torstar Corporation, ha dichiarato che il settore accoglie positivamente le innovazioni tecnologiche, ma insiste sul fatto che ogni utilizzo della proprietà intellettuale deve essere regolato da termini equi. Le testate accusano il produttore di ChatGPT di aver ignorato i disclaimers sul diritto d’autore per utilizzare il materiale, definendo l’operazione come un atto di arricchimento ingiusto e illegale​.

In risposta, OpenAI ha negato di aver infranto le leggi sul diritto d’autore, sottolineando che i suoi modelli sono addestrati su dati pubblicamente disponibili e conformi ai principi di fair use e alle normative internazionali. Reuters riporta le dichiarazioni della compagnia californiana, in cui dice di collaborare con gli editori per garantire trasparenza e attribuzioni, offrendo loro l’opzione di escludersi dalla raccolta dei dati. Tuttavia, questa controversia evidenzia un conflitto crescente tra il settore tecnologico e quello giornalistico, con richieste sempre più forti per regolamentare l’uso dei contenuti digitali. La causa canadese si inserisce in un contesto globale di iniziative legali simili già avviate negli Stati Uniti e in Europa, segnando un momento cruciale per il futuro del diritto d’autore nell’era dell’intelligenza artificiale

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