A un anno dal suo insediamento alla presidenza dell’Argentina, avvenuto il 10 dicembre 2023, Javier Milei è riuscito a mantenere un alto livello di consenso tra la popolazione. Diversamente dai suoi predecessori, come Alberto Fernández, Mauricio Macri e Cristina Kirchner, l’attuale capo di Stato ha saputo consolidare la propria popolarità sin dai primi mesi del mandato.
Secondo un sondaggio condotto dalla società di consulenza Poliarquía, il 56% degli intervistati si dichiara soddisfatto del governo, in particolare per le misure adottate contro l’inflazione. «La chiave principale è proprio la riduzione dell’inflazione. Aver frenato l’aumento dei prezzi dà fiducia e credibilità alla sua amministrazione. Lo scorso dicembre gli argentini pensavano di andare incontro a una iperinflazione, questo valore si è ridotto drasticamente. Oggi più del 40% crede che nei prossimi mesi i prezzi si manterranno stabili, valori che non si raggiungevano nei nostri studi da vent’anni.» commenta Alejandro Catterberg, direttore di Poliarquía, come riporta La Nación.
Nel sondaggio non mancano però i dati negativi, relazionati alla comunicazione aggressiva di Milei: ancora più bellicosa e carica d’insulti nei confronti di giornalisti e oppositori politici. Per questo il 71% degli intervistati considerano il suo stile di comunicazione un problema grave o molto grave; mentre il 28% non lo considera assolutamente preoccupante.
Come evidenzia El País, se dal punto di vista economico i dati sottolineano che la maggior parte della popolazione argentina può ritenersi soddisfatta dalle manovre finanziarie portate avanti dal presidente Milei, non si può dire lo stesso per quanto riguarda i diritti umani.
Oltre alla chiusura del Ministero delle Donne, del Genere e della Diversità, il governo liberale ha smantellato la linea telefonica nazionale di assistenza 144 per le donne vittime di violenza; in un Paese in cui nell’ultimo anno si sono registrati 307 femminicidi e tremila casi di violenza domestica, solo nella città di Buenos Aires. Inoltre, il Ministero della Giustizia segnala l’aumento di casi di violenza contro i minori, circa due mila in un anno.
Le donne non sono le sole ad aver subito pesanti ripercussioni durante il primo anno di mandato: anche la comunità LGBTQIA+ è bersaglio di politiche discriminatorie, giustificate dalla lotta contro quella che viene definita ‘ideologia gender’. Tra i principali sostenitori di questa campagna figura Agustín Laje, politologo e leader della Fondazione Faro, un’organizzazione che promuove idee anti-Stato, anti-femministe e anti-ambientaliste.
Malgrado la costante minaccia alle minoranze, il governo liberale sembra mantenere il consenso con il sostegno della maggior parte degli argentini, anche se la popolazione si presenta inquieta e in contrasto con alcune proposte del governo. Nel rapporto realizzato da Zubán Córdoba, i dati evidenziano che: il 72% non concorda con il negazionismo climatico, il 57% della popolazione si oppone all’abrogazione del diritto d’aborto e il 67% è contraria all’abolizione della legge sul matrimonio egualitario e l’identità di genere.