lunedì, 6 Gennaio 2025
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Ciad: concluso il voto parlamentare tra accuse di frode e tensioni politiche

Un voto tra tensioni politiche e accuse di frode rischia di compromettere la credibilità della transizione democratica iniziata nel 2021

Le elezioni parlamentari, provinciali e municipali tenutesi in Ciad il 29 dicembre segnano un passaggio cruciale nel processo di transizione verso la democrazia, ma sono state boicottate dai principali partiti di opposizione, che denunciano brogli e irregolarità. Come riportato da Reuters, si tratta delle prime elezioni legislative in oltre 13 anni e rappresentano il completamento di una transizione iniziata nel 2021, quando il presidente Mahamat Idriss Deby Itno è salito al potere dopo la morte del padre, Idriss Deby, storico leader del Paese.

L’affluenza alle urne è stata bassa nella capitale N’Djamena, con segnalazioni di scarso entusiasmo da parte degli elettori. Tuttavia, l’agenzia elettorale del Ciad ha dichiarato che la partecipazione tra i militari e i nomadi, che hanno votato il giorno precedente per motivi logistici, è stata rispettivamente del 72% e del 54%. Il presidente Deby ha invitato i cittadini a partecipare definendo la giornata “storica” e auspicando una transizione ordinata.

Le elezioni sono state pesantemente criticate dall’opposizione. Succes Masra, leader del partito Transformateurs ed ex primo ministro, ha definito il voto una “farsa” e ha accusato il governo di voler consolidare una “dinastia” al potere. «È meglio restare a casa», ha detto il capopartito agli elettori, affermando che i risultati sarebbero stati decisi in anticipo, secondo quanto riportato da Africanews. Il Partito Democratico del Popolo Ciadiano (PDPT) ha denunciato presunti brogli elettorali e irregolarità organizzative, tra cui la sparizione di oltre 1.000 schede elettorali in una sottoprefettura, secondo fonti locali riportate da Al Jazeera.

Queste elezioni si inseriscono in un contesto complesso: il Ciad affronta attacchi ricorrenti da parte di Boko Haram nella regione del Lago Ciad, ha recentemente interrotto un accordo militare con la Francia e deve far fronte alle accuse di interferenza nel conflitto in Sudan. Secondo il governo, il voto rappresenta la fase finale della transizione verso la democrazia, ma l’assenza di una reale competizione politica solleva dubbi sulla legittimità del processo elettorale.

I risultati provvisori saranno resi noti il 15 gennaio, mentre quelli definitivi sono attesi entro il 31 gennaio. Tuttavia, accuse di irregolarità, unite al boicottaggio dell’opposizione, sollevano dubbi sulla credibilità del processo elettorale e acuiscono tensioni politiche nel Paese già segnato da profonde instabilità.

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