Il 27 maggio 2025, nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, si sono verificati gravi disordini durante la distribuzione di aiuti umanitari organizzata dalla Gaza Humanitarian Foundation (GHF), ente sostenuto da Stati Uniti e Israele. Migliaia di civili affamati si sono accalcati attorno al centro logistico della fondazione, causando il crollo delle recinzioni e l’interruzione delle operazioni.
Testimoni e video diffusi sui social media hanno documentato momenti di panico, come riporta The Guardian: diverse persone sono rimaste ferite, mentre si sono uditi spari nell’area. Le forze israeliane presenti sul posto affermano di aver esploso colpi di avvertimento per contenere la folla. Secondo fonti sanitarie locali, almeno tre persone hanno perso la vita.
Secondo Al Jazeera, l’Ufficio Media del governo di Gaza, controllato da Hamas, ha parlato di una “strage deliberata” e accusa Israele di aver compiuto “un crimine di guerra”. La GHF, dal canto suo, ha attribuito a Hamas la responsabilità di aver ostacolato l’accesso ai centri di distribuzione e di aver rivolto minacce alle ONG coinvolte. Il movimento islamista ha negato qualsiasi coinvolgimento diretto, definendo l’iniziativa come “un fallimento” e invitando la popolazione a non partecipare alla distribuzione.
La gestione dell’operazione da parte della GHF ha suscitato critiche diffuse. Le Nazioni Unite, che si sono rifiutate di partecipare all’iniziativa, hanno denunciato l’assenza di neutralità e l’impiego di contractor armati statunitensi. Inoltre, il sistema di distribuzione prevedeva controlli d’identità che escludevano persone con presunti legami con Hamas, compromettendo l’accesso agli aiuti, come scrive la BBC.
Nonostante le promesse di GHF di raggiungere un milione di persone, sono stati distribuiti solo 8.000 pacchi alimentari, pari al fabbisogno di circa il 2% della popolazione. Dal marzo scorso, Gaza è sottoposta a un blocco totale imposto da Israele, che ha ripreso le operazioni militari dopo il fallimento di una tregua. Il Ministero della Salute di Gaza riferisce oltre 54.000 vittime palestinesi e circa mezzo milione di persone a rischio fame.
L’episodio evidenzia le difficoltà operative delle organizzazioni umanitarie in contesti di conflitto, dove dinamiche politiche e militari possono ostacolare il diritto all’assistenza.