In un’azione audace e di grande impatto strategico, i servizi segreti ucraini (SBU) hanno rivendicato un attacco subacqueo contro il ponte di Kerch, infrastruttura chiave che collega la Russia alla penisola di Crimea, occupata dal 2014. A riportare l’accaduto è il The Guardian. L’esplosione, che ha gravemente danneggiato i piloni sommersi del ponte, rappresenta la terza operazione di Kiev contro questa struttura dall’inizio della guerra su vasta scala nel 2022.
Secondo l’SBU, l’attacco è stato preparato meticolosamente per mesi e ha utilizzato oltre una tonnellata di esplosivo, infliggendo danni significativi alle fondamenta della struttura. Il ponte, lungo 19 chilometri e simbolo del controllo russo sulla Crimea, è considerato una vitale arteria logistica per i rifornimenti alle truppe russe. Il tenente generale Vasyl Maliuk, a capo dell’operazione, ha dichiarato che il ponte rappresenta un “obiettivo assolutamente legittimo” in quanto strumento di occupazione.
L’attacco arriva in un momento politicamente delicato. L’Ucraina è stata ufficialmente invitata al vertice NATO previsto all’Aia dal 24 al 26 giugno, un appuntamento che il presidente Zelenskyy aveva indicato come cruciale per non dare alla Russia una “vittoria diplomatica”. Il nuovo attacco si inserisce anche in una serie di operazioni militari ucraine di alto profilo, tra cui un recente raid di droni che ha colpito la flotta di bombardieri strategici russi, danneggiando circa il 34% delle portaerei missilistiche, secondo fonti ucraine.
Il ponte di Kerch era già stato colpito in precedenza: nel 2022 un camion imbottito di esplosivi causò una potente esplosione, mentre nel 2023 un drone navale sperimentale danneggiò un’altra sezione della struttura. In entrambi i casi, Mosca provvide a rapide riparazioni. Dopo l’attacco più recente, il traffico sul ponte è stato temporaneamente sospeso per circa quattro ore, secondo fonti russe.
Sul fronte diplomatico, il clima resta teso. I colloqui a Istanbul tra delegazioni russe e ucraine si sono conclusi senza progressi concreti. Kiev continua a chiedere un cessate il fuoco completo, mentre Mosca propone solo tregue parziali e pone come condizione il ritiro delle truppe ucraine da quattro regioni annesse.
Nel frattempo, Andrij Yermak, capo dello staff di Zelenskyy, si trova negli Stati Uniti con la vicepremier Yulia Svrydenko per ottenere ulteriore supporto militare e sanzioni rafforzate contro Mosca. Sebbene la Casa Bianca abbia dichiarato che il presidente Trump sia aperto a un eventuale vertice con Zelenskyy e Putin, il Cremlino ha definito l’ipotesi “improbabile nel prossimo futuro”.
L’attacco al ponte di Kerch, oltre al danno fisico inflitto, invia un messaggio politico e militare chiaro: Kiev non intende arretrare nella difesa della propria sovranità e continuerà a colpire simboli e strumenti dell’occupazione russa.