giovedì, 19 Giugno 2025
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Proteste a Los Angeles dopo i raid dell’ICE, l’agenzia per l’immigrazione USA

Le manifestazioni contro le operazioni federali sull’immigrazione hanno provocato scontri e vandalismi. Il presidente Trump ha ordinato l’invio della Guardia Nazionale, scatenando un duro confronto con le autorità locali e statali

Negli ultimi giorni Los Angeles è stata teatro di forti tensioni sociali a seguito di operazioni di immigrazione condotte da agenti federali in diverse aree della città, in particolare nei pressi dell’Edward R. Roybal Federal Building e del tribunale federale. Questi raid, inseriti nella politica restrittiva dell’amministrazione Trump, hanno scatenato manifestazioni che hanno alternato momenti pacifici a scontri con le forze dell’ordine.

Secondo ABC News, le proteste sono iniziate il 6 giugno, dopo che agenti dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE) hanno effettuato degli arresti nei quartieri del centro e Westlake. In risposta, gruppi di manifestanti si sono radunati davanti agli edifici federali; in alcune occasioni la situazione è degenerata con il lancio di oggetti contro la polizia, che ha risposto con gas lacrimogeni e proiettili non letali.

Nei giorni seguenti, le proteste si sono diffuse in altre zone della città, come Paramount e Compton, dove si sono verificati episodi di vandalismo e incendi di veicoli. In risposta all’escalation, il presidente Trump ha ordinato l’invio dei Marines e la mobilitazione della Guardia Nazionale senza il consenso delle autorità statali. La sindaca Karen Bass e il governatore Gavin Newsom hanno criticato questa decisione, mentre i governatori democratici hanno sottolineato che la gestione della Guardia Nazionale è una competenza statale, non presidenziale.

Un elemento simbolico delle proteste è stato il frequente uso della bandiera messicana, esposta da molti manifestanti come segno di orgoglio per le comunità messicane e messicano-americane e di solidarietà verso le famiglie immigrate. Attivisti come Angelica Salas hanno sottolineato che la bandiera rappresenta la volontà di affermare le proprie radici in una California dove circa il 30% della popolazione ha origini messicane, come riportato da Politico.

La situazione ha avuto risonanza internazionale. Claudia Sheinbaum, presidente messicano, ha criticato la criminalizzazione degli immigrati, evidenziandone il ruolo fondamentale nell’economia degli Stati Uniti.

Il conflitto mette in luce un divario profondo tra le politiche federali e le autorità locali, configurandosi come una crisi sociale e umanitaria che coinvolge milioni di persone, in particolare famiglie immigrate con radici di lunga data in California.

Alessia Gjuzi
Studentessa di Investigazione, Criminalità e Sicurezza Internazionale all'Università degli Studi Internazionali di Roma (UNINT)
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