Il crollo parziale della Torre dei Conti, simbolo medievale della storia di Roma, avvenuto il 3 novembre, ha attirato l’attenzione dei media internazionali, trasformandosi in pochi giorni da fatto di cronaca a una vicenda diplomatica tra Italia e Russia.
Secondo quanto riportato dal New York Times, la parte superiore della torre, costruita nel 1238, è crollata improvvisamente durante dei lavori di restauro. Le autorità competenti si sono mobilitate velocemente per disporre la chiusura dell’area circostante, agevolando le verifiche dei Vigili del Fuoco sulla stabilità dell’edificio. Il cedimento ha provocato il ferimento di un operaio, poi deceduto in ospedale a causa delle lesioni riportate, come confermato da Reuters e da Al Jazeera. L’incidente ha riacceso il dibattito sulla sicurezza sul lavoro e sulla tutela del patrimonio storico in Italia.
La questione ha assunto una dimensione diplomatica: alcuni canali ufficiali russi hanno collegato il crollo della Torre dei Conti al sostegno finanziario e militare del Paese all’Ucraina. Tali dichiarazioni hanno suscitato forti reazioni nella Capitale: il Ministero degli Esteri italiano ha convocato l’ambasciatore russo per protestare formalmente contro le affermazioni provenienti da Mosca, come riporta l’agenzia di stampa turca Anadolu Ajansi. Dinanzi ai commenti russi, la Farnesina ha sottolineato l’impegno dell’Italia nella tutela del patrimonio artistico italiano e ha accusato la Russia di sfruttare la tragedia italiana per diffondere disinformazione. Secondo la testata londinese The Times, l’evento tragico è stato fortemente strumentalizzato nel dibattito internazionale da Mosca per sostenere la narrativa politica russa.
Le dichiarazioni provenienti dai canali ufficiali russi hanno mirano a collegare una crisi geopolitica a un’azione di propaganda, con lo scopo di diffondere la tesi secondo cui i Paesi occidentali subirebbero ripercussioni sulle infrastrutture e sulla spesa pubblica a seguito del sostegno all’Ucraina. Il ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, ha definito i commenti russi “vergognosi e inaccettabili”, sottolineando la volontà di non modificare l’impegno internazionale dell’Italia. La convocazione dell’ambasciatore russo a Roma dimostra la volontà dell’Italia di difendere la propria dignità dinanzi a un attacco verbale.
L’episodio ha assunto, dunque, un valore simbolico e politico. Da un lato ha risollevato la questione sulla sicurezza dei monumenti storici nel Paese; dall’altro ha evidenziato le tensioni diplomatiche su temi di politica internazionale tra Roma e Mosca. In questo modo, un caso di cronaca locale ha acquisito una portata globale.


