mercoledì, 3 Dicembre 2025
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Famiglia off-grid nel mirino della giustizia italiana

Una famiglia con uno stile di vita off-grid è al centro del dibattito nazionale e internazionale dopo l'intervento dei servizi sociali che hanno disposto il temporaneo allontanamento dei bambini.

La storia della famiglia anglo-australiana allontanata da una zona boschiva dell’Abruzzo in cui viveva da tempo, a seguito di un intervento dei servizi sociali e delle autorità locali, ha attirato l’attenzione dei giornali nazionali e internazionali, divenendo rapidamente un vero e proprio caso mediatico. La storia ha acceso un ampio dibattito sulla libertà familiare, sulla tutela dei minori e sugli stili di vita alternativi.  

La famiglia aveva scelto di vivere in una zona boschiva nelle vicinanze della città di Palmoli, in provincia di Chieti, dove aveva provveduto alla costruzione di una piccola abitazione in legno e con materiali di recupero, priva di elettricità e di acqua corrente stabile. La capanna in cui abitavano, descritta dal quotidiano britannico The Guardian come “essenziale ma curata”, era il risultato del loro lavoro artigianale. La vita quotidiana della famiglia era scandita da diverse attività: la raccolta della legna, l’orticoltura, la continua manutenzione dell’abitazione impegnavano il padre, mentre la madre si occupava dell’istruzione dei tre figli, una delle questioni centrali nel dibattito nazionale e internazionale che investe la vicenda.

Secondo quanto riportato dal giornale britannico, i genitori intendevano agire nel pieno interesse dei figli, sottolineando il forte legame della famiglia con uno stile di vita alternativo. Il loro obiettivo era crescere i bambini in libertà, immersi nella natura e lontani dall’eccessivo ricorso alla tecnologia.

Anche altri media internazionali hanno raccontato la vicenda evidenziando momenti della vita quotidiana della famiglia, dalla gestione della didattica domestica alle reazioni emotive dei genitori di fronte all’allontanamento dei figli. In particolare, l’agenzia di stampa internazionale britannica Reuters ha riportato l’episodio di intossicazione da funghi che ha coinvolto l’intera famiglia, evento che ha fatto scattare le prime verifiche da parte dei servizi sociali e delle autorità locali. Dopo aver valutato le condizioni di vita dei bambini e la sicurezza della loro abitazione, il tribunale ha disposto il loro allontanamento temporaneo dalla famiglia.

Le autorità hanno ritenuto necessario verificare le condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza della casa, sollevando forti dubbi sulla regolarità e qualità del percorso scolastico svolto a casa. Le valutazioni degli esperti rappresentano il quadro legale e politico dell’intera vicenda, in cui la libertà educativa dei genitori incontra il dovere dello Stato di tutelare i minori.  

La vicenda ha sollevato un acceso dibattito: da un lato, c’è chi difende il principio secondo cui lo Stato debba intervenire quando le condizioni dei minori non ne garantiscono la sicurezza e il pieno sviluppo; dall’altro, alcuni organi di stampa internazionale hanno sottolineato il valore della libertà educativa e la possibilità per una famiglia di seguire un percorso di vita alternativo, nel rispetto delle normative. 

I genitori hanno chiaramente espresso la volontà di riunirsi ai figli e di regolarizzare alcuni aspetti della loro vita quotidiana. Le prossime valutazioni saranno fondamentali per chiarire se e a quali condizioni la famiglia potrà tornare a vivere insieme.

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