mercoledì, 12 Marzo 2025
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Medio Oriente: si intensificano le tensioni sul fronte della Cisgiordania

L’instabilità della tregua stipulata il 15 gennaio tra Israele e Hamas è evidente. L’IDF (Israel Defense Forces) ha evacuato tre campi profughi nel territorio della Cisgiordania, mettendo a rischio le future trattative.

A pochi giorni dal cessate il fuoco tra Israele e Hamas, i carri armati israeliani hanno occupato i territori della Cisgiordania: non succedeva dalla fine della seconda intifada nel 2005. Vent’anni dopo, Israele, che ha sempre detenuto il controllo su alcuni territori della Cisgiordania, ha giustificato l’offensiva sottolineando l’importanza di sradicare ogni possibile minaccia. Le autorità palestinesi invece, sostengono che si tratti solo di una strategia per intensificare il controllo israeliano sulla regione.

Secondo quanto si evince da La Presse, il Ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha affermato che l’esercito occuperà diverse zone del territorio cisgiordano per questioni di sicurezza e per scongiurare nuove minacce di matrice terroristica. L’esercito sta quindi procedendo a smantellare alcuni campi profughi e il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che le truppe si tratterranno in Cisgiordania per “tutto il tempo necessario”.

Nei territori della Cisgiordania vivono oltre 3 milioni di palestinesi, molti dei quali risiedono in campi profughi come quello di Jenin, simbolo della resistenza palestinese contro Israele. Questi rifugiati si troveranno impossibilitati a tornare a Gaza dai propri familiari o a trasferirsi in altri campi profughi.

I raid israeliani in Cisgiordania rischiano di rendere ancora più precario l’accordo sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Di fatto, un importante dirigente di Hamas, Mahmoud Mardawi, ha fatto presente che Hamas non parteciperà al tavolo delle trattative future se Israele non s’impegnerà a rilasciare i prigionieri palestinesi, come accordato in precedenza.

Di fronte a questo nuovo scenario, l’ONU ha espresso la sua preoccupazione attraverso le parole del segretario generale Antonio Guterres: «sono molto preoccupato per l’escalation delle violenze e per le altre violazioni commesse in Cisgiordania occupata dai coloni israeliani, così come per le richieste di annessione», ha riportato Le Figaro. Ha inoltre sottolineato l’importanza di mantenere stabile la tregua tra Israele e Palestina, soprattutto per il popolo di Gaza, che ha già subito numerose perdite nei mesi scorsi.

Il cessate il fuoco e le trattative si rivelano sempre più precari, mentre la soluzione dei due Stati e la creazione di una Palestina libera appaiono al momento scenari molto lontani. Tutto dipenderà dalla gestione delle trattative e dal rilascio di ostaggi e prigionieri da entrambe le parti. Il rischio è che le circostanze attuali, di per sé abbastanza incerte, possano subire le interferenze di altri Paesi nel panorama internazionale, come gli Stati Uniti, che potrebbero riaccendere le ostilità sui due fronti da un momento all’altro.

Federica Pisani
Studentessa del Corso di Laurea in Interpretariato e Traduzione
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