sabato, 19 Aprile 2025
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Problema diplomatico tra USA e Iran: Witkoff cambia rotta sulla questione nucleare

Un'improvvisa retromarcia degli USA sul nucleare iraniano getta ombre sui negoziati in Oman e riaccende le tensioni con Teheran

Un’improvvisa svolta nella linea diplomatica statunitense rischia di far deragliare i fragili negoziati sul nucleare con l’Iran. A riportare l’accaduto è il The Guardian. L’inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff, ha infatti annunciato che Teheran dovrà interrompere ed eliminare il proprio programma di arricchimento e armamento nucleare, contraddicendo quanto affermato solo 12 ore prima in un’intervista a Fox News.

Lunedì sera, Witkoff aveva lasciato intendere che Washington fosse disposta a tollerare un programma nucleare civile iraniano, limitato all’arricchimento dell’uranio al 3,67%, livello compatibile con usi energetici. Ma martedì, in un post pubblicato sui social, ha ribaltato la posizione: nessun compromesso sarà accettabile se non l’eliminazione completa del programma, militare o civile che sia.

Questo apparente cambio di rotta mette a rischio i prossimi colloqui indiretti tra USA e Iran, confermati per sabato in Oman, dopo che l’ipotesi di uno spostamento in Italia è stata scartata. L’Iran, che rivendica da sempre il diritto a un programma nucleare civile, ha accolto con preoccupazione il nuovo corso.

Dietro le quinte, il caos sembra regnare nella politica estera trumpiana. Witkoff, è stato investito di un triplo mandato — Iran, Ucraina e Gaza — senza disporre delle competenze né di una squadra strutturata. La discrepanza tra le sue dichiarazioni fa pensare a una comunicazione confusa o a un intervento diretto di Trump dopo la reazione negativa dei falchi repubblicani. Questi ultimi avrebbero temuto che si stesse replicando, anche solo in parte, il compromesso raggiunto nel 2015 da Obama con l’accordo JCPOA, poi abbandonato nel 2018 proprio da Trump.

Il nuovo irrigidimento potrebbe rafforzare le posizioni più radicali a Teheran. Fino a poche ore prima, alcuni segnali di apertura facevano sperare nella possibilità di una distensione, anche grazie ai colloqui tra Witkoff e il ministro iraniano Araghchi. Si parlava persino di un possibile allentamento delle sanzioni statunitensi. Ora, invece, cresce il timore che gli sforzi diplomatici vengano vanificati.

Il cambio repentino di strategia statunitense rischia dunque di far saltare il banco, riaccendendo tensioni mai sopite e riducendo drasticamente le possibilità di un’intesa stabile.

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