Il Parlamento spagnolo ha approvato definitivamente la nuova Legge della Memoria Democratica con cui si intende rendere omaggio a coloro che hanno dovuto lasciare la Spagna per motivi politici, ideologici o di fede nel periodo che va dal colpo di stato del 1936 fino all’entrata in vigore della Costituzione spagnola nel 1978.
Ponendosi tra gli obiettivi quello di risarcire le vittime della guerra civile spagnola e del successivo governo militare di Francisco Franco, il documento, pubblicato lo scorso giovedì 20 ottobre nel Boletín Oficial del Estado, rappresenta per la Spagna democratica un grande passo avanti nel riconoscimento della drammaticità della propria storia recente.
Oltre a certificare l’illegalità formale del governo franchista, individua come vittime «chiunque, indipendentemente dalla sua nazionalità, che abbia patito, individualmente o collettivamente, danni fisici, morali o psicologici, danni patrimoniali o una sostanziale lesione dei propri diritti fondamentali a causa di atti o omissioni che costituiscono violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale».
Nonostante l’importanza storica della legge per la Spagna, in America Latina la notizia ha colpito la stampa per una disposizione aggiuntiva che riguarda l’ottenimento della cittadinanza spagnola.
La nuova legge, rinominata dai media latinoamericani “Legge dei Nipoti”, estende infatti l’accesso alla cittadinanza spagnola a migliaia di discendenti di spagnoli nati all’estero, individuando tre gruppi:
- Coloro che sono nati fuori dalla Spagna da padre o madre, nonno o nonna, che erano originariamente spagnoli e che, a seguito di un esilio per motivi politici, ideologici o religiosi o per motivi di orientamento e identità sessuale, hanno perso o rinunciato alla cittadinanza spagnola.
- Figli e figlie nati all’estero da donne spagnole che hanno perso la cittadinanza perché hanno sposato uno straniero prima dell’entrata in vigore della Costituzione del 1978.
- Figli e figlie maggiorenni di quegli spagnoli la cui nazionalità d’origine è stata riconosciuta in virtù del diritto di opzione conformemente alle disposizioni della legge in oggetto o della settima disposizione aggiuntiva della legge 52/2007, del 26 dicembre.
Stando a quanto stabilito nel progetto di legge, la domanda di cittadinanza deve essere formalizzata, però, entro due anni dall’entrata in vigore della legge. L’ottava disposizione aggiuntiva conclude: «Al termine di questo periodo, il Consiglio dei Ministri potrà decidere di prorogarlo per un altro anno».
Grazie a questa legge, oltre a godere dei vantaggi di un passaporto europeo, molti discendenti di spagnoli potranno ottenere la cittadinanza spagnola e riconciliarsi con le proprie radici.