Il governo talebano ha sospeso a tempo indeterminato l’istruzione universitaria per tutte le studentesse in Afghanistan, si legge in una lettera resa pubblica dal ministro Neda Mohammed Nadeem.
«Vi informiamo di attuare l’ordine di sospensione dell’istruzione delle donne fino a nuovo avviso» riporta l’ordinanza inviata dal ministro dell’istruzione superiore a tutte le università governative e private del paese, secondo quanto riportato dal The Guardian.
Neda Mohammed Nadeem, ex governatore e comandante militare, ha espresso sin dall’inizio del suo incarico di ministro dell’istruzione superiore la ferma opposizione all’istruzione femminile, definendola non islamica e contraria ai valori afghani.
Dopo il ritorno al potere dei talebani, alle donne afghane era già stato impedito di tornare alle scuole secondarie, in seguito all’ordine dello scorso marzo della chiusura delle scuole femminili.
Per di più, gli era stata vietata l’iscrizione a diverse facoltà universitarie come ingegneria, veterinaria, economia e agricoltura.
Dal momento del loro ritorno al governo, dunque, i talebani hanno eroso la libertà che le donne afghane avevano conquistato nei venti anni precedenti, nonostante il loro tentativo di proiettare un’immagine più moderata per ottenere il sostegno internazionale.
Le donne in Afghanistan non possono più lavorare nella maggior parte dei settori, gli è stato proibito l’accesso ai parchi e alle palestre e imposto l’obbligo di coprirsi il volto in pubblico, oltre a quello di viaggiare a lunga distanza solo se in presenza di un uomo.
Difatti, in risposta all’ultimo divieto annunciato, l’International Rescue Committee ha dichiarato: «La chiusura delle università alle donne è un agghiacciante passo indietro per l’Afghanistan. Non dovrebbe essere altrimenti: le donne devono poter lavorare e muoversi liberamente, le ragazze devono poter continuare ad andare a scuola».
Allo stesso modo, gli Stati Uniti hanno condannato la decisione del governo di Kabul: «I talebani non possono aspettarsi di essere un membro legittimo della comunità internazionale fino al rispetto dei diritti umani e della libertà di donne e ragazze», ha affermato Robert Wood, viceambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite.
Inoltre, secondo quanto dichiarato da alcune studentesse afghane alla BBC, la loro rabbia consiste nella consapevolezza che il governo voglia privarle dello studio e della cultura come arma di emancipazione futura.
L’annuncio dei talebani sull’ennesima restrizione per le donne del paese ha causato molta indignazione, resta da vedere quali saranno le mosse di Kabul in seguito alle pressioni della comunità internazionale.