L’intenzione del Governo francese di aumentare l’età pensionabile da 62 a 64 anni (elevandola di 3 mesi ogni anno fino al 2030) ha destato un’ondata di proteste in tutto il Paese. Il primo ministro Élisabeth Borne, tuttavia, tiene duro, sostenendo che la Francia, essendo circondata da paesi che hanno già aumentato la soglia minima, debba necessariamente fare lo stesso per garantire la sopravvivenza del sistema.
In ogni caso resta un dato di fatto: come riporta RTVE, Francia e Svezia sono attualmente le nazioni che registrano l’età di pensionamento più bassa (62 anni) tra tutti i paesi membri dell’Unione europea. Dal lato opposto si trovano Italia, Grecia e Danimarca con 67 anni, e Spagna, Bulgaria, Portogallo e Olanda con all’incirca 66 anni. Dovute a variabili quali la situazione demografica, la maggior parte delle nazioni ha l’intenzione di aumentare in modo progressivo l’età pensionabile nei prossimi anni, mentre Bulgaria, Polonia, Ungheria, Lussemburgo e Slovenia non stimano attualmente nessun cambio.
Per quanto riguarda la durata della vita lavorativa dei singoli individui, i dati Eurostat del 2019 relativi ai residenti nell’Unione europea da almeno 15 anni, stimano una media di 35,9 anni, quasi quattro anni in più rispetto al periodo previsto nel 2000. Gli svedesi sono sul podio, con un’età media pari a 42 anni. A seguire si collocano olandesi e danesi, con oltre 40 anni di attività, mentre tedeschi ed estoni lavorano all’incirca 39 anni. In posizione centrale si trovano Francia, Spagna, Ungheria, Slovacchia e Bulgaria, con una media compresa tra i 34 e i 35 anni di attività. In fondo alla lista si posizionano Belgio, Polonia e Grecia, i cui lavoratori hanno poco più di 33 anni di anzianità contributiva, mentre Croazia e Italia, con 32 anni di vita lavorativa, sono agli ultimi posti.
Secondo gli ultimi dati disponibili dell’Eurostat, esistono evidenti differenze per quanto riguarda il compenso della pensione media europea, che non raggiunge i 15.000 euro annuali. La differenza maggiore si evidenzia tra Lussemburgo, che registra 28.099 euro annui, e Bulgaria, che supera appena i 2.000 euro all’anno. Va ricordato, però, che i dati raccolti risalgono al 2018 e saranno attualizzati entro la fine di marzo 2023. Negli ultimi tempi, infatti, diversi paesi hanno rivalutato le proprie pensioni, tra cui la Spagna, che quest’anno ha approvato un aumento dell’8,5% per le pensioni contributive e del 15% per quelle non contributive. In questo contesto, si notano differenze sostanziali anche sulle risorse stanziate da ciascuna nazione per garantire le pensioni ai propri cittadini. In funzione del PIL, ai primi posti troviamo Grecia (16,1%) e Italia (15,9%), mentre agli ultimi si posizionano Malta (6,2%) e Irlanda (5%).