venerdì, 26 Aprile 2024
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8 Marzo in Russia: più di un mazzo di mimose

Il significato della Giornata internazionale della donna in Russia da inizio Novecento ad ora

L’otto marzo è una data significativa in Russia poiché oltre ad essere diventata la “Festa delle Donne” nel 1966, sin da inizio Novecento nell’Unione Sovietica veniva considerata la “Giornata delle Donne”. Secondo quanto riferisce RBTH, rivista online dedicata alla cultura russa, in occasione della Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste tenutasi a Copenaghen, l’attivista tedesca Clara Zetkin sottolineò la necessità di un’uguaglianza tra i diritti degli uomini e delle donne. L’appello di Zetkin fu ascoltato da migliaia di donne e i primi scioperi sono storicamente attribuiti già nel 1913, ma sarà il 1917 l’anno determinante.

La rivoluzione russa del 1917, come riportato dal Guardian, iniziò proprio l’otto marzo a Pietrogrado, oggi San Pietroburgo, con gli scioperi delle lavoratrici delle fabbriche tessili. Migliaia di studentesse, contadine, donne di ogni estrazione sociale, ma soprattutto lavoratrici nelle fabbriche scesero in piazza con un solo obiettivo: “pane e pace”. Erano anni difficili per la Russia, la carestia dilagava così come l’odio verso il regime zarista.

Negli anni a seguire, riunioni all’interno delle fabbriche vennero effettuate l’otto marzo per premiare gli sforzi fatti dalle donne sovietiche, riportate come esempio per la società essendo madri, lavoratrici e comuniste. Con il passare degli anni, però, la simbologia legata ai diritti delle donne ha incominciato a perdere di significato, passando dalla lotta per l’uguaglianza di genere a fiori e cioccolatini. Non vi erano più riunioni all’interno delle fabbriche per celebrare i progressi effettuati, ma questa ricorrenza incominciò ad essere festeggiata in casa. Come ricorda la storiografa Natalja Kozlova, «era stato ormai creato l’esercito di lavoratrici e procreatrici». In questa giornata, i mariti prendevano le veci delle mogli per un giorno all’anno e preparavano i pasti con l’aiuto dei bambini, mentre le donne «dovevano solo far sì di essere belle, vestire abiti eleganti e avere un’acconciatura perfetta, mentre si distaccavano dalla vita quotidiana». L’unica cosa che è rimasta oggi di una giornata storica in Russia sono le mimose, che furono proposte dalla moglie di Lenin poiché altre tipologie di fiori erano di difficile reperibilità in quelle gelide temperature.

Alessia Bianconi
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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