Da circa un anno, Israele intensificava la sua caccia a Yahya Sinwar, leader di Hamas, il movimento militante islamico. Nel 2015, Sinwar era stato etichettato come terrorista globale dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e dall’Unione Europea, e recentemente era stato sanzionato anche da Regno Unito e Francia. Considerato da Israele l’“orchestratore” dell’attacco di Hamas del 7 ottobre, Sinwar è accusato di aver diretto un’operazione che ha causato la morte di oltre 1.200 persone, per la maggior parte civili, e ha portato al rapimento di 250 ostaggi deportati a Gaza.
Secondo gli ufficiali statunitensi, l’esercito israeliano si sarebbe avvicinato all’obiettivo più di una volta, ottenendo persino un video di Sinwar con i suoi famigliari in un tunnel di Gaza. In passato, l’esercito aveva anche circondato la sua casa nella città di Khan Yunis, senza però riuscire a trovarlo. Dopo una lunga ricerca, mercoledì 16 ottobre, a Rafah, nel sud di Gaza, Sinwar è stato finalmente trovato. Durante una serie di operazioni militari di routine, le forze militari israeliane sono state attaccate accanto a un edificio. Le truppe hanno quindi risposto all’attacco e inviato un drone all’interno dell’edificio danneggiato. Proprio in questo video, si possono vedere gli ultimi istanti di vita di Sinwar: seduto da solo su una sedia, circondato da polvere e macerie. Secondo un portavoce dell’esercito israeliano, il leader di Hamas stava cercando di fuggire verso nord quando è stato ucciso, e al momento del ritrovamento aveva con sé una pistola e più di $10,000 in shekel israeliani, secondo quanto riportato dalla CNN.
Il Primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha dichiarato che la sua morte rappresenta «l’inizio della fine» della guerra, anche se questo «non vuol dire che la guerra è finita». Il capo di stato maggiore dell’esercito, il generale Herzi Halevi, ha infatti affermato che la guerra «non finirà» senza la cattura di tutti i responsabili dell’attacco del 7 ottobre e senza la riconsegna «di tutti gli ostaggi» trattenuti a Gaza, come riporta Le Parisien.
L’attuale Vicepresidente degli Stati Uniti, candidata alle presidenziali, Kamala Harris, si è espressa dichiarando che «è stata fatta giustizia», invitando a porre una fine a questo conflitto che in un anno ha ucciso più di 42000 persone a Gaza: «Hamas è stato indebolito e il suo leader è stato eliminato. Questo ci dà l’opportunità di mettere fine alla guerra a Gaza». Il Presidente francese Macron e la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni hanno entrambi richiesto la liberazione degli ostaggi. «Con la morte di Yahya Sinwar viene meno il principale responsabile del massacro del 7 ottobre 2023. La mia convinzione è che ora si debba iniziare una nuova fase: è tempo che tutti gli ostaggi siano rilasciati, che si proclami un immediato cessate il fuoco e che si avvii la ricostruzione a Gaza», ha dichiarato la Presidente del Consiglio, come riportato da The Guardian.