martedì, 3 Dicembre 2024
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Russia: si riduce il costo delle chiusure per Covid

Gli analisti registrano «Perdite ingenti per via dei giorni non lavorativi, ma non pari a quelle dell’aprile dello scorso anno»

In seguito all’introduzione dei giorni non lavorativi nel quadro delle misure di contenimento della diffusione del Covid-19, uno studio svolto dal portale analitico SberIndex ha rilevato che il comportamento dei consumatori russi è stato oggetto di cambiamenti simili a quelli verificatisi nell’aprile dello scorso anno, periodo di piena pandemia.

Lo studio fa riferimento in particolar modo al periodo tra il 28 e il 31 ottobre 2021, durante il quale la spesa dei cittadini russi in beni e servizi è aumentata del 14,2% rispetto allo scorso anno. Nel lasso di tempo in questione, infatti, nella regione di Mosca sono iniziati i sopracitati giorni non lavorativi, che si protrarranno come minimo fino al 7 novembre (e verranno prolungati solo qualora la regione si trovasse in una situazione epidemiologica difficile). Ciò ha comportato la chiusura di tutti i ristoranti (eccezion fatta per la consegna a domicilio) e i negozi, l’inserimento di giorni festivi in scuole e asili e la didattica a distanza prevista per i soli istituti tecnici e università.

Analizzando dunque nello specifico il periodo tra il 28 e il 31 ottobre, «il calo della domanda è stato del 5,2% rispetto agli stessi giorni della settimana precedente. Il calo nella prima settimana di aprile 2020, invece, era pari al 35%, quindi ora il danno economico è circa sette volte inferiore», afferma lo studio.

Va segnalato che a fine ottobre la spesa dei cittadini russi in beni e servizi ammontava a ben 4.523 trilioni di rubli (circa 54 trilioni di euro), con un incremento del 13,7% su base annua. Secondo gli analisti, ci troviamo di fronte al picco della ripresa economica organica in seguito alle ondate di pandemia e ai giorni di chiusura che ci sono stati lo scorso anno.

«Il calo della spesa è distribuito in modo molto disomogeneo tra le regioni», afferma lo studio. «Gli indicatori a doppia cifra sono associati ad un regime di restrizioni più severo e/o ad un periodo più lungo di giorni non lavorativi. […] La riduzione dei costi più significativa è stata proprio quella di Mosca, che equivaleva al -21,7%».

Gli esperti di SberIndex sottolineano come le maggiori vittime di questa perdita siano i saloni di bellezza, di massaggi e le SPA (-43,9%), le gioiellerie (-42,2%) e una parte ingente della vendita non alimentare al dettaglio. Le spese di bar e ristoranti, invece, sono diminuite del 15,8% rispetto agli stessi giorni della settimana precedente.

Se la situazione migliorerà o continuerà a peggiorare lo si potrà scoprire solamente dopo il 7 novembre, quando avrà fine il termine dei giorni non lavorativi varato dal presidente russo Vladimir Putin e bisognerà prendere ulteriori decisioni sulla base dell’incidenza dell’epidemia.

Valeria Coppola
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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