L’anno scorso, il Regno Unito ha esportato circa 600 miliardi di sterline in beni e servizi, ma solo un’azienda britannica su dieci opera all’estero. Il Ministro per il Commercio Internazionale britannico, Anne-Marie Trevelyan, ha affermato che è vitale per le aziende «liberare il loro pieno potenziale di esportazione». Nei 12 punti del piano, le agenzie governative, come UK Export Finance, offriranno nuovi servizi per sostenere gli esportatori del Regno Unito ad assicurarsi nuovi affari. Inoltre, ci sarà un programma fieristico per aiutare le aziende britanniche nell’esposizione dei loro prodotti, in occasione di eventi internazionali.
Il corrispondente per il Commercio globale della BBC, Chris Morris, afferma che tali obiettivi erano stati fissati in precedenza ma non sono stati raggiunti, mentre in altri Paesi le esportazioni si sono riprese più rapidamente dalla battuta di arresto dovuta al coronavirus. La causa principale «sembra essere la Brexit», ha aggiunto Morris. Infatti, secondo il britannico Office for National Statistics, le esportazioni di beni del Regno Unito verso l’UE sono scese del 40,7% (6,5 miliardi di euro), mentre le importazioni dall’UE al Regno Unito sono scese del 28,8% (7,7 miliardi di euro). Il commercio britannico, invece, con il resto del mondo è aumentato dell’1,7% (0,2 miliardi di euro), ma non è stato in grado di compensare il crollo con quello dell’Unione europea. Nel complesso, le esportazioni e le importazioni del Regno Unito sono diminuite di circa un quinto: si tratta della più grande contrazione del commercio britannico da oltre vent’anni.
Il previsore indipendente dell’Ufficio per la Responsabilità di Bilancio stima che in futuro le esportazioni verso l’UE saranno inferiori di circa il 15%. «Le aziende hanno affrontato a testa alta le sfide che la Brexit ha lanciato loro per la maggior parte degli ultimi cinque anni», ha dichiarato Emma Rowland, consulente politico presso l’Institute of Directors. «Sebbene vi sia un potenziale significativo per l’attività commerciale nel resto del mondo – ha aggiunto – il governo deve garantire una soluzione pragmatica alle sfide dell’esportazione verso l’UE. Solo allora l’export britannico sarà in grado di realizzare il suo pieno potenziale.»