giovedì, 21 Novembre 2024
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Canale della Manica: centro di una disputa diplomatica tra Regno Unito e Francia?

Il Canale della Manica è una delle vie marittime più trafficate del mondo che si sta convertendo in un teatro delle dispute tra la Francia e il Regno Unito

La tensione è sempre più forte tra i due Paesi, nonostante l’aumento del flusso migratorio nella zona del tunnel da Calais a Dover che ha altresì portato al nuovo record di morti fin ora registrato.

La disputa diplomatica è degenerata venerdì 26 novembre quando la Francia ha annullato l’incontro tra il ministro degli interni francese, Gérald Darmanin, e il suo omologo britannico, Priti Patel, che avrebbe dovuto svolgersi domenica 28 novembre a Calais per ridefinire le problematiche e gli sviluppi della crisi migratoria. 

A ciò si è aggiunta la disputa sulle licenze di pesca nel Canale, una conseguenza derivata dalla Brexit del Regno Unito. Infatti, venerdì 26 novembre i pescatori francesi hanno effettuato un’operazione per bloccare i porti del Canale al fine di trovare una soluzione al conflitto. 

La crisi migratoria aveva irrigidito le relazioni tra i due Paesi che si scambiavano accuse, ritenendosi reciprocamente responsabili dell’aumento senza precedenti del numero di arrivi di migranti. La situazione è poi peggiorata nell’arco dell’ultima settimana, quando 27 migranti hanno perso la vita vicino al porto di Calais nel tentativo di raggiungere la costa britannica, cifra che rappresenta la più grave perdita di vite umane nel Canale dal lontano 2014. 

Migranti tratti in salvo a bordo di un’imbarcazione locale. Fonte Wikimedia Commons.

A seguito di questo incidente, il primo ministro inglese Boris Johnson ha pubblicato un messaggio su Twitter, chiedendo espressamente alla Francia di trattenere i migranti nel proprio territorio ed impedire loro di arrivare fino alle coste britanniche. 

La reazione francese non si è fatta aspettare molto e non è stata da meno. Macron ha chiesto di inviare delle pattuglie di controllo sul Canale della Manica da entrambi i lati e che, quindi, la risposta corretta da trovare sarebbe quella di stabilire una cooperazione seria da entrambe le parti, ancor prima che i migranti arrivino sui due territori perché arrivati a quel punto sarebbe ormai troppo tardi.  

Il Regno Unito aveva già firmato un accordo a luglio per consegnare nelle mani della Francia 62,7 milioni di euro per gestire al meglio il controllo nelle zone di frontiera. Sfortunatamente, il flusso è aumento ed è diventato ingestibile al punto che più di 25.700 persone nel corso dell’anno hanno tentato questo viaggio pericoloso a bordo di piccole imbarcazioni. 

Inoltre, si è posto un altro problema: la lingua. Molti migranti desiderano arrivare fino alle coste britanniche e non rimanere in quelle francesi poiché, secondo alcuni studi, la maggior parte di essi possiedono dei vincoli familiari, parlano fluentemente già in inglese ed hanno già una rete di contatti stabile nel territorio inglese. 

Marco Buccella
Studente della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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