Un duro colpo per la comunità LGBTQ+ guatemalteca: le persone dello stesso sesso non potranno unirsi in matrimonio, in quanto è stata approvata dal congresso una legge che lo proibisce. Solo otto su centosessanta sono i legislatori che hanno deciso di opporsi a tale legge.
Un duro colpo anche per le donne che vorrebbero avere il controllo sul proprio corpo e vorrebbero un riconoscimento della pratica dell’aborto senza incorrere in rischi penali. Al contrario, per le donne guatemalteche la situazione è profondamente cambiata e ad oggi, secondo la legge, chiunque abortisca o abbia dato il proprio consenso ad un’altra persona affinché svolga la pratica, rischia un minimo di cinque anni di carcere. Nel paese, l’aborto viene riconosciuto solo nel caso in cui la vita della madre sia in serio pericolo.
Tuttavia la legge deve ancora entrare in vigore, in quanto deve essere firmata dal presidente Alejandro Giammattei.
Tali misure legislative sono in discussione dall’aprile del 2017 a causa di un gruppo di parlamentari che non crede nell’interruzione volontaria della gravidanza.
Inoltre, tra coloro che hanno mostrato il sostegno nei confronti del disegno di legge, c’è una donna di nome Patricia Sandoval, una legislatrice, la quale ha dichiarato che con famiglia si intende unicamente l’unione tra un uomo e una donna.
A tal proposito, Jordan Rodas, il difensore civico per i diritti umani in Guatemala, ha riscontrato nel progetto di legge una violazione dei diritti e il ritorno di un limite per la libertà dei cittadini guatemaltesi.
Anche un’oppositrice del presidente, Lucrecia Hernandez ha incitato Giammattei affinché si opponga alla legge poiché incostituzionale.
In ultimo, anche le associazioni femministe e quelle in difesa della comunità LGBTQ+ si sono espresse ed hanno sottolineato che la legge per la protezione della vita e della famiglia viola i diritti.