Il 14 aprile, la Segretaria di Stato per gli affari interni del Regno Unito Priti Patel e il Ministro degli Esteri del Ruanda Vincent Bruta, hanno dichiarato in conferenza stampa il nuovo piano del governo britannico per la ricollocazione dei richiedenti asilo in Gran Bretagna. Secondo il Primo Ministro Boris Johnson, lo schema sarebbe un approccio innovativo guidato dall’impulso umanitario condiviso da tutti e sarà reso possibile dalla libertà garantita da Brexit. Il piano prevede il trasferimento dei richiedenti asilo del Regno Unito in Ruanda, dove, secondo Priti Patel, verrà garantito il supporto necessario, così come 5 anni di istruzione, integrazione, alloggio e cure mediche, affinché i migranti possano reinsediarsi nella società in modo adeguato.
Patel ha inoltre affermato che questo nuovo piano è una collaborazione sullo sviluppo economico e sull’immigrazione con il Ruanda, e che proprio in questo paese la Gran Bretagna sta portando avanti degli investimenti sostanziali. La Segretaria insiste nel difendere lo scopo del piano, che è quello di migliorare il sistema di accoglienza e di gestione dei richiedenti asilo, che, coinvolti nel processo di immigrazione illegale, vivono una crisi umanitaria e subiscono le vessazioni dei trafficanti di esseri umani.
Un giornalista ha chiesto delucidazioni in merito ai criteri che verranno adottati dalla ricollocazione, e Patel ha risposto che tutte le persone che entreranno illegalmente nel Regno Unito verranno considerate idonee al trasferimento in Ruanda, ma che non verranno divulgati i criteri specifici di scelta.
Inoltre, il ministro Biruta ha dichiarato che il Ruanda ha la capacità di ricevere i migranti e che investirà in nuove infrastrutture per l’istruzione e per l’accoglienza con l’aiuto della Gran Bretagna. Biruta ha poi aggiunto che nel programma verranno considerate solo le persone che cercano asilo nell’ex paese membro dell’UE e che preferiscono non accogliere persone proveniente dalla Repubblica Democratica del Congo, dal Burundi, dall’Uganda e dalla Tanzania.
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha espresso una forte opposizione e una grande preoccupazione in merito al piano e chiede ad entrambi i paesi di riconsiderare le proprie posizioni. Secondo Gillian Triggs, l’assistente dell’Alto commissario per la Protezione, le persone che scappano dalla guerra, dai conflitti e dalle persecuzioni meritano compassione ed empatia e non dovrebbero essere scambiate come merci e trasferite all’estero in questo modo. L’UNHCR si oppone fortemente a questi accordi verso i paesi del terzo mondo, soprattutto quando mancano le misure di sicurezza essenziali. Questi tipi di accordi spostano la responsabilità nei confronti dei richiedenti asilo ed evitano gli obblighi internazionali. Inoltre, aggiunge Triggs, vanno contro lo spirito della Convenzione sui Rifugiati. Il Ruanda è conosciuto per le esecuzioni capitali arbitrarie, le morti sospette in custodia cautelare, le ingiustificate incarcerazioni, le torture e le persecuzioni soprattutto nei confronti di dissidenti e di detrattori ritenuti pericolosi.