Almeno 1 morto, 17 dispersi e 125 feriti: è questo il bilancio di un gigantesco incendio che ha colpito un deposito di petrolio nella zona occidentale dell’isola di Cuba, nella zona industriale di Matanzas, vicino la centrale termoelettrica Antonio Guiteras, una delle più grandi di Cuba.
L’incendio è scoppiato lo scorso venerdì 5 agosto dopo che un fulmine ha colpito un serbatoio di stoccaggio vicino la Base Supertanker nella città di Matanzas. Le fiamme del primo serbatoio si sono placate dopo che il carburante è terminato, ma un secondo serbatoio è esploso domenica 7 agosto e l’incendio si è propagato fino a lunedì 8 agosto. Le autorità, a causa della vastità dell’incendio, non sono riuscite a controllarlo, nonostante l’arrivo degli aiuti internazionali.
Il Ministero della Salute ha riportato che «delle venti persone ricoverate in ospedale, cinque sono in condizioni critiche, mentre due in gravi condizioni. I dispersi sono principalmente vigili del fuoco giunti sul posto nelle prime ore dell’incendio, come riporta la CNN.
Le immagini riprese dai servizi metereologici mostrano che il fumo dell’incendio si è diffuso fino alla capitale, L’Avana, a più di 100 chilometri di distanza e le autorità hanno chiesto alla popolazione di Matanzas e della capitale di indossare mascherine, per evitare di respirare prodotti tossici.
Secondo le autorità, i serbatoi di carburante hanno una capacità di 50.000 metri cubi ciascuno (l’equivalente di 15 piscine olimpioniche), ma al momento non è ancora chiara la quantità di carburante che i serbatoi contenevano. Sebbene le autorità locali assicurano che i magazzini fossero dotati di parafulmini, probabilmente non erano dotati di moderni sistemi di protezione contro le scariche elettriche.
Messico e Venezuela stanno inviando assistenza per domare l’incendio e di fronte alla solidarietà internazionale, il governo cubano ha ringraziato il sostegno ricevuto per affrontare la situazione. In un messaggio su Twitter il presidente cubano Miguel Díaz-Canel ha dichiarato: «Esprimiamo profonda gratitudine ai governi del Messico, Venezuela, Russia, Nicaragua, Argentina e Cile che hanno prontamente offerto aiuto di fronte questa complessa situazione. Apprezziamo anche l’offerta di consulenza tecnica dagli Stati Uniti».
L’incendio si verifica in un momento in cui l’isola sta attraversando una crisi energetica che ha portato a continui e prolungati blackout nella maggior parte del Paese.