In occasione della 73ª edizione dei National Book Awards, tenutasi lo scorso mercoledì 16 novembre al Cipriani Wall Street di New York, la scrittrice argentina Samanta Schweblin e la sua traduttrice Megan McDowell hanno vinto il National Book Award 2022 nella categoria Letteratura Tradotta per la traduzione inglese della raccolta di racconti “Siete casas vacías”.
Insieme alla scrittrice argentina, a contendere uno dei più prestigiosi premi letterari assegnati annualmente negli Stati Uniti, tra i finalisti anche la scrittrice ecuadoregna Mónica Ojeda, il norvegese Jon Fosse, la scrittrice Scholastique Mukasonga dal Ruanda e la giapponese Yoko Tawada, che vinse nel 2018 nella stessa categoria con “The Emissary”.
L’opera di Schweblin è stata pubblicata per la prima volta nel 2015 dalla casa editrice spagnola Páginas de Espuma, e con 27 edizioni in sette anni è già diventata un punto di riferimento nella narrativa latinoamericana incentrata sul terrore quotidiano e sul paranormale. Il libro raccoglie, infatti, sette storie che esplorano il genere fantastico, dove i legami familiari, le case abitate dai personaggi e i narratori diventano progressivamente e inquietantemente rarefatti.
Secondo quanto riportato da El País, Juan Casamayor, editore di Páginas de Espuma, sostiene che l’opera sia diventata un racconto classico di questo primo quarto di secolo: «È un libro che anticipa alcune narrazioni di prospettive insolite e letterarie che oggi vengono diffuse anche grazie ad altre voci. Tra tutte, una delle prime è stata proprio Samanta», afferma, mentre in Spagna si prepara la ventottesima edizione del libro.
Da quando nel 2001, a soli 24 anni, ha vinto il Fondo Nazionale per le Arti per la sua prima raccolta di racconti “Núcleo del disturbio”, Schweblin è diventata una delle autrici argentine più premiate della sua generazione. Tra gli altri riconoscimenti, la scrittrice ha vinto anche il Casa de las Américas di Cuba nel 2008, il Premio Juan Rulfo nel 2012, il premio spagnolo Tigre Juan nel 2015 e il Premio Shirley Jackson 2018 per il suo romanzo breve “Distancia de rescate”, che un anno prima era stato finalista al Booker Prize britannico.
Durante la cerimonia di premiazione, la scrittrice ha dedicato un ringraziamento speciale alla sua traduttrice Megan McDowell, che ha dichiarato: «Gli scrittori sono persone che lottano con le parole; lo stesso vale per i traduttori. Dico sempre che ogni atto di comunicazione è una traduzione. E ho imparato molto dagli atti di comunicazione e dalle traduzioni degli scrittori», come riportato da El País.
Anche la McDowell riporta una carriera di spicco: per cinque anni consecutivi è stata nelle short list dei più prestigiosi premi per la traduzione dallo spagnolo per traduzioni di opere di altre stelle della letteratura sudamericana come Mariana Enríquez, Alejandro Zambra, Lina Meruane o Carlos Busqued.