giovedì, 21 Novembre 2024
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Africa, la corsa allo spazio tra sfide e potenzialità

L’Unione africana ha posto come obiettivo dell’Agenda 2063 lo sviluppo dell’industria spaziale del continente. Nonostante l’aumento degli investimenti, restano ancora aperte delle sfide per la piena realizzazione del progetto

In Africa la corsa allo spazio è inserita tra le priorità dell’Agenda 2063 per lo sviluppo del continente, come stabilito dall’Unione africana (UA). L’organizzazione, nata nel 1963 ad Addis Abeba, prevede che il “continente del futuro” raggiungerà livelli di progresso economico, sociale e politico pari alle potenze mondiali entro il 2063, grazie anche alle potenzialità dell’industria spaziale africana.

Secondo l’African Space Industry Report del 2019 tale industria vale oltre 7 miliardi di dollari che potrebbero raggiungere i 10 miliardi nel 2024. La crescita del settore aerospaziale non aumenterebbe soltanto il PIL dei Paesi africani, ma avrebbe impatti enormi sulla vita dei cittadini come riportato da TV5Monde.

Come affermato da Sékou Ouédraogo, presidente dell’Organizzazione africana per l’aereonautica e lo spazio (AASO), non si tratta di compiere imprese simboliche come lo sbarco sulla Luna, ma di rendere utili gli strumenti spaziali per la vita di tutti i giorni. La tecnologia spaziale infatti potrebbe essere impiegata per migliorare le condizioni ambientali del continente e rendere più efficiente e accessibile il sistema di telecomunicazione.

Esempi lampanti si sono verificati in Sudafrica quando nel 2013 si è intervenuti contro le inondazioni grazie al sistema geo-satellitare e in Ghana nel 2017 per monitorare l’usura delle coste e delle specie marine. La stessa tecnologia può essere usata anche dall’industria della sicurezza, caso della Nigeria dove i satelliti costituiscono uno strumento importante nella lotta al terrorismo.

Tuttavia, la corsa allo spazio, è nata già un decennio prima di questi episodi. Il lancio dei satelliti Nilesat 101 in Egitto e Sunsat in Sudafrica – rispettivamente nel 1998 e nel 1999 – hanno visto il continente africano affacciarsi alla competizione spaziale.

La corsa allo spazio è avvenuta in ritardo rispetto alle altre potenze mondiali, prime tra tutte Stati Uniti, Russia e Cina, a causa della dominazione coloniale sul continente. Una volta raggiunta l’indipendenza, infatti, gli Stati africani non disponevano delle competenze e dei fondi necessari per investire in ricerca e sviluppo.

Nonostante la partecipazione ad alcuni programmi spaziali esteri, infatti, la mancanza di trasferimento di tecnologie da parte delle potenze europee o degli Stati Uniti ha relegato il continente in posizione secondaria. E attualmente esso è teatro della competizione spaziale delle grandi potenze, tra cui la Cina con un ruolo determinante.

La creazione di un’Agenzia spaziale africana, supportata dall’Unione africana, permetterà di superare gli ostacoli economici e strutturali nella corsa allo spazio. Nonostante esista già uno statuto, ratificato dalla maggior parte degli Stati membri dell’UA, la mancanza di fondi e di una strategia politica ben definita hanno determinato un rallentamento nella realizzazione del progetto.

L’Agenzia spaziale africana avrebbe dovuto essere operativa già nel 2022 presso Il Cairo, ma ad ora, a causa della recessione globale, il progetto è in stallo.

Sara Oldani
Studentessa di Investigazione, criminalità e sicurezza internazionale
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