Nel mese di dicembre 2022 Charlie Hebdo aveva lanciato un concorso internazionale di caricature con protagonista Ali Khamenei, Guida Suprema dell’Iran, con l’obiettivo di sostenere la lotta al regime ridicolizzando il leader religioso.
Nella giornata del 4 gennaio, il settimanale ha pubblicato la selezione delle caricature vincitrici del concorso provocando le autorità iraniane.
Nelle vignette pubblicate la Guida Suprema Khamenei viene ridicolizzata in modo diverso: in una indossa un turbante con una miccia accesa, in un’altra un gruppo di atlete solleva la sua testa come se fosse un trofeo.
Vi sono inoltre immagini atroci che ritraggono il leader religioso mentre viene lapidato o mentre annega in un mare di sangue.
La pubblicazione da parte della rivista francese è stata tempestivamente commentata dal ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir Abdollahian, che l’ha definita «un atto offensivo e indecente».
Il ministro ha poi aggiunto che l’atto indecente della testata francese nel pubblicare vignette contro un’autorità religiosa e politica non rimarrà senza una risposta efficace e decisa, dichiarando che: «il governo francese ha sicuramente scelto una strada sbagliata e non gli permetteremo di oltrepassare i suoi confini», riporta France24.
Nell’editoriale pubblicato dalla rivista, intitolato “Il disegno satirico, Guida Suprema della libertà”, il direttore di Charlie Hebdo, Laurent Sourisseau, ha voluto ricordare l’attentato del 7 gennaio 2015 compiuto dal Al Qaeda, nel quale furono uccisi 12 membri della redazione.
In merito al concorso, chiamato “Mullahs Get Out”, Sorisseau ha dichiarato che: «è stato un modo per manifestare il nostro sostegno agli uomini e alle donne iraniane che rischiano la vita per difendere la loro libertà contro la teocrazia che li opprime dal 1979. È stato anche un modo per ricordare che i motivi per cui sono stati assassinati i vignettisti e redattori di Charlie, otto anni fa, sono purtroppo ancora attuali».
Le vignette pubblicate dal settimanale, inoltre, sarebbero solamente alcune delle 300 ricevute dopo la diffusione del concorso, molte delle quali provenienti da Turchia, Senegal, Australia, Iran e Stati Uniti.
Secondo quanto riporta la rivista Le Monde, Charlie Hebdo sostiene apertamente che la libertà cui hanno diritto gli esseri umani è incompatibile con l’arcaismo del pensiero religioso e con la sottomissione ad un’autorità spirituale come quella di Khamenei.
L’ondata di proteste e repressione che continua a devastare l’Iran in seguito alla morte di Masha Amini, ormai quattro mesi fa, non sembra volgere al termine.
Le organizzazioni per i diritti umani riferiscono che dal 16 settembre 2022 sono almeno 503 i civili che hanno perso la vita a causa delle manifestazioni contro il regime.