giovedì, 21 Novembre 2024
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Palermo, arrestato Matteo Messina Denaro, il capomafia più ricercato d’Italia

L'arresto del capomafia Matteo Messina Denaro nel racconto dei quotidiani francesi e spagnoli

Matteo Messina Denaro, il boss mafioso più ricercato d’Italia, l’ultimo grande capo di Cosa Nostra, è stato arrestato in una clinica privata di Palermo, dove era in cura da un anno. Il mafioso sessantenne, in fuga dalla giustizia da 30 anni, era considerato l’anello mancante della vecchia organizzazione che negli anni ’80 aveva seminato il caos in tutto il Paese e commesso molteplici attentati.

La leggenda sui grandi capi di Cosa Nostra in fuga dice che, il giorno in cui verranno ritrovati, sarà vicino a casa. È stato proprio così per Messina Denaro. Nonostante fosse ricercato dal 1993, ha continuato a vivere a soli 9 chilometri dalla sua casa di Castelvetrano (Trapani), a Campobello di Mazara. È riuscito a condurre una vita apparentemente normale, sebbene fosse in fuga da svariati anni.

Il mafioso era registrato alla clinica sotto il falso nome di Andrea Bonafede. Secondo quanto riportato da EL PAÍS, non ha opposto resistenza, come hanno poi spiegato i carabinieri.

«Sì, sono Matteo Messina Denaro», ha risposto agli agenti quando gli hanno chiesto il suo nome. Dopo l’arresto, insieme a un autista che lo accompagnava, è stato portato all’aeroporto militare di Boccadifalco (Palermo) e condotto in una località segreta.

Al momento dell’arresto, la gente in strada ha iniziato a festeggiare. Lo stesso senso di sollievo ha attraversato l’Italia. La storia di questo sanguinario fuggitivo era una ferita aperta per tutto il Paese. Un fallimento dello Stato e una tortura per le vittime e le loro famiglie. Il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, il cui fratello è stato ucciso da Cosa Nostra, è stato tra i primi a festeggiare la notizia.

La presidente del consiglio, Giorgia Meloni, è volata a Palermo e ha subito commentato gli eventi. Qualsiasi governante italiano avrebbe voluto poterlo fare durante il suo mandato. «Questa è una grande vittoria per lo Stato, che dimostra che non dobbiamo arrenderci alla mafia», ha dichiarato la presidente Meloni.

Secondo quanto riportato da LeMonde, Matteo Messina Denaro, allora trentenne, aveva partecipato all’organizzazione degli attentati del 1992 contro i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, per i quali era stato condannato all’ergastolo nel 2020. È noto anche il suo coinvolgimento negli attentati che hanno ucciso una dozzina di persone a Firenze, Roma e Milano nel 1993. Eppure, il boss mafioso era riuscito a trascorrere tre decenni nell’ombra.

«Quest’uomo ha compiuto uno dei peggiori crimini della storia italiana. È il depositario dei più grandi segreti di Cosa Nostra», ha affermato Antonio Balsamo, presidente del tribunale di Palermo, come riportato dal quotidiano francese. La sua testimonianza avrebbe fatto luce su episodi cruciali della storia della mafia e dell’Italia.

Questo arresto registra una grande vittoria per lo Stato e chiude un capitolo della storia della criminalità organizzata siciliana e un intero ciclo della storia italiana.

Gianluigi Micelli
Studente della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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