Ancora una volta una strage ha sconvolto Barranquilla. Cinque persone sono state uccise e 14 sono rimaste ferite durante una sparatoria nel bel mezzo di una festa nel distretto di Villanueva, nel quartiere La Loma, centro storico del capoluogo del dipartimento dell’Atlántico.
Il violento incidente è avvenuto intorno alle 23 di domenica 19 marzo, secondo quanto riportato dai media locali. Si tratta del secondo massacro registrato in città quest’anno. La prima volta, il 29 gennaio, quattro persone sono state uccise all’interno di un negozio.
La Polizia metropolitana di Barranquilla ha offerto una ricompensa di 50 milioni di pesos per qualsiasi informazione utile a trovare e catturare i responsabili del massacro. Il generale Jorge Urquijo, comandante della polizia metropolitana, ha dichiarato che un gruppo specializzato della Procura Generale e della Polizia Nazionale si è recato sul posto per contribuire alle indagini.
Diversi partecipanti alla festa hanno riferito sui social media che uomini vestiti di nero sono arrivati su quattro moto e hanno iniziato a sparare a raffica sui presenti. Su Twitter, si possono vedere dei video che mostrano i corpi insanguinati di alcune delle vittime.
La prima ipotesi, secondo Radio Caracol, una delle radio locali, è che l’attacco sia stato una «ritorsione da parte di alcune organizzazioni criminali a seguito delle operazioni condotte dalle autorità, come il recente sequestro di 400 chili di cocaina e più di 40 armi da fuoco nel quartiere di Chiquinquirá», secondo quanto riferisce El País.
«Questo evento era qualcosa di atteso, così come gli altri massacri avvenuti sotto forma di omicidi commissionati, per la natura stessa del territorio, ovvero perché il distretto di Villanueva si è rivelato un punto strategico per il controllo del narcotraffico e di grandi quantità di droga, grazie alla sua vicinanza alla zona portuale», hanno dichiarato alcuni analisti della sicurezza intervistati dal quotidiano locale El Heraldo.
«La parola massacro è oramai entrata a far parte del lessico di tutti i giorni a Barranquilla e nella sua area metropolitana. Il ritornello con cui siamo cresciuti, che diceva, ‘qui non succede niente, la violenza la vediamo da lontano’, ora non è altro che un mito», ha twittato sul suo account social la giornalista di Barranquilla Tatiana Velázquez.
Anche l’analista della sicurezza Luis Fernando Trejos Rosero ha fatto riferimento alla gravità del crimine. «È sorprendente che a Barranquilla e nella sua area metropolitana i massacri non siano ancora un argomento di discussione politica, sociale o mediatica. Sembra che questo tipo di eventi si sia naturalizzato nel territorio», ha scritto su Twitter.
«È imperativo avviare processi di gestione locale della sicurezza, includendo le comunità, i sindacati e il mondo accademico nel processo decisionale», ha aggiunto Trejos. Per ora, né il sindaco di Barranquilla, Jaime Pumarejo, né la governatrice del dipartimento dell’Atlántico, Elsa Noguera, hanno condannato il massacro.