La costituzione del nuovo Parlamento cubano non ha suscitato alcun dubbio. Come tutti si aspettavano, il presidente del Paese, Miguel Díaz-Canel, anche primo segretario del Partito Comunista di Cuba, è stato rieletto mercoledì 19 aprile per un secondo mandato. Anche il primo ministro, Manuel Marrero, e i vertici dell’attuale governo e del Consiglio di Stato confermeranno i loro incarichi.
Raúl Castro, che compirà 92 anni a giugno, ha partecipato alla sessione costitutiva della decima legislatura dell’Assemblea Nazionale ed è stato indicato da quasi tutti gli oratori come il leader indiscusso della Rivoluzione.
Cinque anni fa, quando è stato nominato presidente, Díaz-Canel ha assunto il concetto di “continuità”, in riferimento alla Rivoluzione, come principio guida e motto di governo. Oggi, in un momento di forte crisi per l’Isola, nessuno sembra dubitare sul fatto che questa sia la strada più giusta da percorrere.
Dopo la costituzione dell’Assemblea Nazionale e del Governo, il primo a prendere la parola è stato Marrero, che ha sottolineato la sua ‘insoddisfazione come capo del governo per non aver raggiunto gli obiettivi attesi dal popolo’, e proprio per questo ha affermato che il suo governo sarà ora ‘un governo attivo al fianco del popolo’, che lotterà per eliminare gli ostacoli e le barriere che generano insoddisfazione tra la popolazione.
Parlando delle sfide degli ultimi anni, il primo ministro Marrero ha ricordato l’intensificazione del blocco statunitense e i tentativi degli USA di “sovvertire l’ordine” sull’isola come prima causa delle difficoltà del Paese, seguiti dall’impatto della crisi della pandemia di COVID-19, come riportato da El Pais. Inoltre, ha rimarcato la necessità di produrre di più e di affrontare l’inflazione, che è aumentata in modo esponenziale negli ultimi due anni in coincidenza con la mancata attuazione dell’unificazione monetaria.
Díaz-Canel ha proseguito ringraziando Raúl Castro per l’appoggio e la fiducia accordatagli. Ha subito indicato l’embargo statunitense come causa principale dell’angoscia di Cuba, denunciando che questa politica, intensificata da Trump e ‘mantenuta da Biden’, ha lo scopo di aggravare i problemi interni nel tentativo di sottomettere Cuba, ha riferito inoltre il quotidiano spagnolo.
Durante il suo discorso, il presidente cubano ha difeso il sistema monopartitico dell’isola evidenziando la necessità di raggiungere l’unità e fissando un focus su alcuni punti fondamentali, come priorità per uscire dall’attuale crisi economica. Tra questi, troviamo: la produzione alimentare, l’efficienza dei processi di investimento, lo sviluppo dell’impresa statale socialista, la complementarità dei diversi attori economici e la lotta all’inflazione.
Il presidente ha dichiarato di essere consapevole dell’impatto della crisi e del conseguente aggravamento delle condizioni di vita dei giovani e ha inoltre espresso la sua preoccupazione per la forte migrazione registrata negli ultimi tempi.
«Dobbiamo affrontare questa grande sfida senza scoraggiarci. La rivoluzione è lo strumento e la strada per ottenere la massima giustizia e il maggior benessere possibile», ha affermato Díaz-Canel.