Allo stato attuale, l’Ucraina conta quasi un milione di uomini e donne impegnati nella difesa del Paese. Lo Stato maggiore ucraino non fornisce cifre specifiche, ma fonti militari stimano che circa 500.000 individui abbiano avuto esperienze di combattimento in prima linea. Secondo gli esperti e il personale militare intervistati da El País, il conflitto tra Russia e Ucraina lascerà centinaia di migliaia di soldati con cicatrici a vita. A tal proposito, le autorità iniziano a pensare che le conseguenze per il futuro, dopo il ritorno dei militari alla vita civile, rappresentino un problema da non dare per scontato. Robert van Voren, uno dei maggiori esperti di psichiatria negli stati membri dell’ex Unione Sovietica, sostiene che il Paese non sia preparato ad affrontare tale problema.
Sul suolo ucraino è presente un unico centro specializzato nel trattamento psicologico dei veterani di guerra, fondato da Oleksandr Vasilkovskii nel 2022 e gestito dalle Forze armate. Il centro di riabilitazione, situato a Kharkov, a 30 chilometri dal confine con la Russia, è un’iniziativa privata piuttosto che pubblica, perché non riceve finanziamenti statali, ma si affida alle donazioni. Durante i nove mesi di attività, sono stati curati più di 2.700 soldati attraverso un programma di cura settimanale che dovrebbe prepararli a tornare a combattere.
Lo scopo principale della convalescenza è far sì che i soldati riacquistino una stabilità che permetta loro di sentirsi sicuri nel tornare sul fronte, anche se gli studiosi concordano sul fatto che le rotazioni in prima linea siano meno frequenti del necessario, per cui gli individui sono continuamente sotto pressione. Vasilkovskii sostiene che, in un mondo ideale, le rotazioni dovrebbero avvenire ogni due o tre mesi, ma ciò non accade perché la Russia ha molte più risorse rispetto all’Ucraina e i soldati sono costretti a rimanere sul fronte più del dovuto. Il trauma principale tra i combattenti è il senso di colpa per gli amici persi, per essere ancora in vita e per non stare con i compagni. Rispetto a coloro che hanno combattuto nella guerra del Donbass nel 2014, inoltre, gli studiosi hanno rilevato un livello di disperazione e incertezza molto più alto.
Il processo di inserimento nel centro di riabilitazione inizia con l’identificazione dei soldati che soffrono di attacchi di panico o hanno pensieri suicidi. Dopodiché, questi ultimi ricevono trattamenti con diverse terapie, sia individuali che collettive. Sono sottoposti ad attività di fisioterapia per rilassare il corpo e svolgono esercizi in una piscina di 32 gradi che simula lo stato prenatale. Gli esperti si focalizzano sulla stabilizzazione dei pazienti, fornendo loro tecniche di rilassamento e meditazione, cosa ancora difficile da accettare, poiché l’Ucraina è una società molto conservatrice, influenzata dal cristianesimo ortodosso in cui la meditazione è vista come qualcosa di esterno alla religione.