giovedì, 21 Novembre 2024
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Francia: continuano le manifestazioni contro la riforma delle pensioni

I manifestanti francesi approfittano del primo maggio per protestare ancora una volta contro la nuova riforma dell’età pensionabile, diversi feriti e arresti

Dall’inizio di gennaio, migliaia di cittadini francesi hanno protestato in massa contro la riforma promossa dal governo di Emmanuel Macron, che innalza l’età pensionabile da 62 a 64 anni. Approfittando delle tradizionali manifestazioni del primo maggio, i cittadini si sono riuniti ancora una volta per far sentire la propria voce. Secondo il Ministero dell’Interno di Parigi, sono scese in piazza più di 700.000 persone, mentre i sindacati stimano un’affluenza di più di 2 milioni.

Si è trattato del tredicesimo giorno di mobilitazione contro la nuova riforma. In particolare, le manifestazioni e i disordini si sono intensificati quando il governo ha deciso di approvare la riforma senza metterla ai voti, basandosi sull’articolo 49.3 che aggira il voto dell’Assemblea nazionale e per cui non è necessario raggiungere la maggioranza. Da allora, i sindacati hanno continuato a mobilitare la popolazione e la popolarità del governo è diminuita drasticamente.

Le manifestazioni si sono svolte nelle principali città francesi, quali Parigi, Lione, Nantes, Tolosa e Besançon. Inoltre, durante diversi cortei, si sono verificati scontri diretti tra manifestanti e polizia, che ha utilizzato gas lacrimogeni per placare la folla. Secondo il ministro dell’Interno Gérald Darmanin, circa 406 agenti di polizia e 61 manifestanti sono stati feriti, mentre più di 500 persone sono state arrestate.

Secondo RTVE, a Parigi, dove il corteo è iniziato alle 14 ora locale da Place de la République verso Place de la Nation, i primi incidenti si sono verificati meno di un’ora dopo dall’inizio della manifestazione. Tra i vari danni riportati si contano vetrine di negozi e banche infranti e incendi di arredi urbani. La prefettura locale ha annunciato che alle 15 ora locale erano già stati eseguiti 30 arresti.

In un’intervista al canale francese BFMTV, Darmanin ha criticato duramente il leader di sinistra Jean-Luc Mélenchon per non aver condannato gli attacchi alle forze dell’ordine. Dall’altro lato, il leader della Confederazione francese democratica del lavoro (CFDT), Laurent Berger, e la segretaria generale della Confederazione generale del lavoro (CGT), Sophie Binet, hanno dichiarato che non smetteranno di chiedere l’annullamento della riforma pensionistica.

In particolare, Berger sostiene che è inutile organizzare altri cortei, poiché questi non porteranno alla rinuncia della nuova riforma. Al tempo stesso, ritiene necessario continuare a mostrare il proprio malcontento. «È necessario chiarire che la legge è stata promulgata. I lavoratori non devono farsi ingannare: non convinceremo il governo a fare marcia indietro con una manifestazione, ma non staremo zitti e mostreremo il nostro malcontento».

Alessia Iermano
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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