L’organizzazione Rights and Resource Initiative (RRI) ha pubblicato un rapporto che riguarda quale percentuale di superficie terrestre appartiene alle comunità indigene, riporta El País. Sebbene l’America Latina si presenti come paladina dei diritti territoriali di queste comunità, negli ultimi anni è rimasta indietro.
Tra il 2015 e il 2020 a livello globale le comunità occupano un territorio di 102,8 milioni di ettari. In America Latina raggiunge appena 21 milioni di ettari, di cui 4 milioni di ettari utilizzate dalle aree indigene o afro-latinoamericane (dal 3% nel 2015 al 3,2 nel 2020) e 17 milioni di ettari di cui sono state riconosciute proprietarie queste comunità (dal 16,7% al 17,6%).
La direttrice dei programmi America Latina e Giustizia di genere di RRI, Omaira Bolaños, sostiene che l’America Latina ha fatto molti progressi in questo campo negli anni ’80 e ’90. Da allora, tuttavia, l’assegnazione di nuovi territori indigeni è stata molto lenta. La direttrice ritiene la cifra globale buona, visto l’aumento del territorio, ma ricorda che ciò è dovuto solo ai paesi analizzati dal rapporto, ovvero 38 paesi su 73, molti dei quali si trovano in Africa.
Sulla base di questi dati, il leader indigeno Levi Sucre, crede che si tratti di una situazione scoraggiante. Il problema riguarda anche le aree dei popoli indigeni e afro-latinoamericane già esistenti, perché stanno vivendo forti minacce. Ne è da esempio il taglio dei finanziamenti all’agenzia per gli affari indigeni effettuato dall’ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro. Le situazione è grave anche in Perù: le comunità dell’Amazzonia e delle Ande hanno dovuto avanzare richieste esplicite per proteggere il loro territorio dalla pressione di compagnie petrolifere e minerarie. Una situazione che si potrebbe rilevare in qualsiasi paese dell’America Latina.
Bolaños crede che finché l’economia dell’America Latina sarà basata sull’estrazione intensiva delle risorse naturali, ci saranno minacce continue nei territori indigeni e afro-latinoamericani, e si perderà ulteriormente la possibilità di ottenere nuovi territori per le comunità.
Secondo il rapporto della RRI, inoltre, su 16 paesi dell’America Latina analizzati circa il 79% è in mano dello Stato o dei privati, il 18% è di proprietà di comunità indigene e solo il 3% è stato destinato a nuova occupazione da queste popolazioni.