Il certificato di morte del poeta e senatore cileno Pablo Neruda recita: «cachessia tumorale dovuta a un cancro alla prostata», cause ufficiali del decesso.
Nel 2011, trentotto anni dopo la sua morte, questa versione dei fatti viene smentita da Manuel Araya, chauffeur e assistente del poeta, il quale assicura che Neruda è stato assassinato con un’iniezione letale nella clinica in cui era ricoverato.
A seguito di tale dichiarazione è stata aperta un’indagine lunga 12 anni, chiusa soltanto lo scorso settembre 2023, per essere riaperta qualche mese dopo. Questo quanto sostenuto dalla BBC.
Attualmente, infatti, il tribunale contesta la diagnosi di cachessia tumorale, in quanto tale malattia comporta una perdita di peso notevole nei pazienti che ne sono affetti, mentre il poeta pesava più di 90 chili alla sua morte. Il giudice ha perciò richiesto una perizia calligrafica al certificato di morte, oltre a un riesame delle conclusioni a cui sono giunti gli studiosi delle università di McMaster e Copenhaguen, secondo cui il poeta sarebbe stato avvelenato con il Clostridium Botulinum, un batterio responsabile della produzione di tossine potenzialmente mortali. Non si esclude perciò l’ipotesi del coinvolgimento di terze parti, a sostengo della quale verrà sottoposto a interrogatorio il medico dell’esercito Eduardo Arriagada Rehren, già condannato per aver ucciso un simpatizzante comunista iniettandogli del dipiridamolo e provocandogli un infarto.
In realtà, afferma El Pais, la lista dei medici presenti nella clinica il giorno della morte del poeta rimane un grande mistero. Il dottor Sergio Draper, infatti, sostiene di aver dato il cambio turno quel giorno a un tale dottor Prize. Tuttavia, né in quella clinica né nel Colegio Medico de Chile o in alcuna scuola di medicina è mai risultato qualcuno con quel nome o cognome.
Pablo Neruda, militante nel Partito Comunista cileno, era molto vicino a Salvador Allende quando il governo di quest’ultimo venne rovesciato dal colpo di stato di Pinochet. Secondo la BBC, che riporta il pensiero dell’ex chauffeur del poeta, il governo del dittatore stava pianificando il suo espatrio in Messico poiché rappresentava un pericolo per la dittatura, vista la sua influenza culturale e politica. Inoltre, il poeta venne internato nella clinica per il suo “delicato stato di salute” ma in realtà, afferma l’ex chauffeur, non era terminale.
È stato grazie alle querele del Partito Comunista se nel 2011, dopo le accuse di Araya, sono iniziate le indagini prolungatesi per 12 anni, con la riesumazione delle spoglie del poeta nel 2013.
La Corte d’Appello cilena ha ordinato l’interrogatorio di Peter Kornbluh, analista dell’Archivio di Sicurezza Nazionale statunitense, che da anni analizza i documenti desecretati sull’ingerenza degli Stati Uniti nella caduta del governo di Salvador Allende e sul loro appoggio alla dittatura di Pinochet.