In Giappone c’è sempre più carenza di manodopera, con sempre più giovani che scelgono di lavorare all’estero in paesi come il Canada, la Nuova Zelanda e l’Australia.
Secondo quanto riferisce The Japan Times, i giovani stanno sempre di più mettendo in discussione le prospettive economiche del Giappone. Anche dopo che i sindacati giapponesi sono riusciti ad ottenere il più grande aumento salariale in oltre 30 anni, rimane comunque un notevole divario nei salari reali rispetto ad altre economie avanzate.
Nel 2022, secondo gli ultimi dati dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, il salario annuale medio in Giappone era di 41,509 dollari, mentre in Australia di $59,408 e negli Stati Uniti di $77,463. Questo divario salariale era accettabile quando i prezzi erano più o meno stabili, ma con l’inflazione al suo massimo negli ultimi decenni, molti giovani giapponesi valutano l’idea di lasciare il paese.
L’Australia, oltre ad avere dei salari più alti, è una destinazione popolare per i giapponesi a causa della sua percezione di sicurezza, del fuso orario simile al Giappone e delle regole, allentate dopo la pandemia, che consentono ai titolari di visto di lavorare per più di sei mesi in determinati settori.
Secondo quanto riferisce la BBC, ci si aspetta che la forza lavoro in Giappone continui a diminuire del 12% dal 2022 al 2040, momento in cui si stima che il paese perderà 11 milioni di lavoratori. Il Giappone ha anche uno dei tassi di natalità più bassi al mondo, con soli 758.631 bambini nati l’anno scorso.
Per sopperire a questo calo di manodopera, il paese si sta sempre di più affidando all’intelligenza artificiale. Ad esempio, l’azienda Osaka Ohsho, famosa per i suoi gyoza, si è trovata con un aumento della domanda ma con un personale insufficiente per soddisfarla a seguito della pandemia. Nel gennaio del 2023, ha quindi aperto una fabbrica ad alta tecnologia dotata di telecamere alimentate da intelligenza artificiale addestrate per rilevare qualsiasi gyoza difettoso sulle linee di produzione.
Un’altro settore in cui si sta facendo ricorso all’intelligenza artificiale è quello agricolo, dove l’età media di un agricoltore giapponese è di 68 anni. Qui l’IA viene utilizzata per identificare diversi tipi di malattie, parassiti e infestanti per una precoce individuazione e prevenzione.
Il Giappone sta dunque abbracciando il potere dell’IA con meno riluttanza rispetto ad altri paesi, utilizzandolo come risorsa per cercare di affrontare il doppio problema di una popolazione che invecchia e si riduce da oltre un decennio. Nonostante ciò, l’IA è una soluzione parziale al problema, in quanto può contribuire ad aumentare l’efficienza della forza lavoro ma non è affatto pronta per sostituire i lavoratori umani.