Da marzo, l’isola di Mayotte, dipartimento d’oltremare francese situato nell’Oceano Indiano, è in preda a un’epidemia di colera che si sta diffondendo con grande rapidità. In soli due giorni, dal 26 al 28 aprile, i casi sono raddoppiati, passando da 13 a 26. La velocità di trasmissione rende necessaria una risposta immediata da parte del governo e mette in luce il problema dell’accesso all’acqua potabile nell’isola.
Il primo caso di colera nel dipartimento risale al 18 marzo e si sarebbe trattato di una donna proveniente dalle vicine Isole Comore, riporta Le Monde. Le rotte migratorie che collegano i due territori costituiscono la ragione principale della diffusione del batterio a Mayotte. Le Comore sono state colpite da un’epidemia di colera all’inizio del 2024 e, secondo i dati riportati da Le Monde risalenti al 24 aprile, dallo scoppio sono stati registrati 2.584 casi e 61 decessi.
Il colera è diffuso in diversi Paesi africani, tra cui la Tanzania e la Repubblica Democratica del Congo. Numerosi sono i migranti che partono da quest’ultima e transitano proprio per le Isole Comore, per poi dirigersi a Mayotte dove presentano domanda d’asilo.
Il 26 aprile, l’Agenzia sanitaria regionale (ARS) ha annunciato i primi tre casi “autoctoni” di colera nel comune di Koungou, riporta France 24. Per far fronte all’epidemia, lo Stato ha inizialmente aperto una “unità colera” che ha raggiunto presto la sua capienza massima di 14 pazienti. A causa del recente rapido aumento di casi, una seconda unità medica è stata aperta presso Dzoumogné. Inoltre, il governo ha rinforzato i controlli sanitari presso il confine, scrive Le Monde, e ha avviato una campagna di vaccinazione sul territorio. Da febbraio, 1.000 persone hanno ricevuto una dose di vaccino nell’isola, mentre altre 4.000 dosi sono in stock.
Il colera può comportare una grave disidratazione nell’individuo che lo contrae, rivelandosi in certi casi fatale. Esso è causato da un batterio che si diffonde principalmente attraverso la consumazione di acqua e cibo contaminati, per questa ragione garantire l’accesso all’acqua potabile a tutti è prioritario al fine frenarne la trasmissione. A questo proposito, l’epidemiologo Antoine Flahault ha affermato che il colera «è una malattia del sottosviluppo e della povertà estrema», e per eradicarlo è necessario assicurare alti standard di igiene a partire per l’appunto dalla purificazione dell’acqua, come riporta France 24.
A Mayotte, invece, un terzo degli abitanti non ha accesso all’acqua corrente, secondo i dati riportati dall’Istituto nazionale della statistica e degli studi economici (INSEE). Ma anche chi gode di accesso all’acqua corrente ne è spesso privato a causa delle frequenti interruzioni del servizio, riporta Le Monde.
Al momento, la principale preoccupazione è che l’epidemia si propaghi anche nelle bidonville, in cui la densità di popolazione è particolarmente alta. Tuttavia, il prefetto di Mayotte ha pronunciato parole rassicuranti, affermando che il sistema messo in pratica sul territorio è “reattivo” e “ben consolidato”.