È morto il Presidente iraniano Ebrahim Raisi a seguito di un incidente in elicottero avvenuto domenica 19 maggio. Domenica stessa Raisi si era recato al confine con l’Azerbaigian per l’inaugurazione della diga Qiz-Qalasi, insieme al Presidente azero Ilham Aliyev. L’elicottero, diretto a Tabriz, è precipitato nella regione di Varzaqan. Con il Presidente, anche altre sette persone, incluso il Ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian, hanno perso la vita nell’incidente, riferisce Reuters.
Prima di diventare Presidente, nel 2019 Raisi era stato posto a capo del sistema giudiziario iraniano da Ali Khamenei, Guida Suprema dell’Iran dal 1989. In seguito, le elezioni presidenziali del 2021, nelle quali si è visto trionfare Raisi, rappresentante dell’ala più conservatrice e intransigente del Paese, sono state caratterizzate da un clima di scarsa affluenza alle urne e di squalifiche di candidati riformisti e moderati, come riporta Al Jazeera.
Ebrahim Raisi era considerato un potenziale successore di Khamenei. Come lui, anche Raisi indossava il turbante nero, simbolo della loro discendenza diretta dal Profeta Muhammad, uno status – quello di “sayyid” – di grande importanza tra gli Sciiti duodecimani. In ogni caso, secondo lo stesso Khamenei, che in quanto Guida Suprema detiene l’ultima parola su ogni questione statale, la scomparsa del Presidente non segnerà alcuna battuta d’arresto per il Paese.
Infatti, secondo l’articolo 131 della Costituzione della Repubblica Islamica, in caso di morte del Presidente, a sostituirlo temporaneamente è il primo Vicepresidente, attualmente Mohammad Mokhber, scrive Reuters. Anche Mokhber, come Raisi, vanta di solidi legami con Khamenei. Inoltre, secondo la Costituzione, entro 50 giorni dalla scomparsa del Presidente un consiglio è incaricato di indire delle nuove elezioni presidenziali, anticipando in questo caso quelle che erano previste per il 2025.
La presidenza di Raisi è stata segnata da numerose sfide sul piano nazionale e internazionale, nonché da una forte impopolarità. Di fatto, nell’arco di quasi tre anni l’Iran ha dovuto gestire un’economia in crisi, danneggiata dall’alto tasso di inflazione e dalle sanzioni statunitensi; i movimenti di protesta scatenati dalla morte di Mahsa Amini, arrestata nel 2022 per aver indossato il velo in modo scorretto; e il primo scontro diretto con Israele, avvenuto nel quadro del conflitto israelo-palestinese, attraverso un breve susseguirsi di “botta e risposta” con attacchi con droni tra i due Paesi.
Secondo Jonathan Piron, storico specialista dell’Iran, la morte di Raisi, considerato da molti “l’esecutore e il protetto” di Khamenei e per questo piuttosto impopolare nel Paese, non sconvolgerà l’Iran. Anzi, è molto probabile che sarà assicurata una certa continuità sia in politica interna che estera, ha riferito France 24.
Molti Paesi, tra cui Iraq, Pakistan, Siria ed Egitto, hanno espresso le loro condoglianze per la scomparsa del Presidente. Anche i gruppi sostenuti dall’Iran, Hamas in Palestina, Hezbollah in Libano e gli Houthi in Yemen, hanno manifestato dispiacere per la morte di Raisi. A fugare ogni dubbio a riguardo, un ufficiale israeliano ha dichiarato a Reuters che Israele non è coinvolto nell’incidente; fonti ufficiali iraniane hanno confermato che si è trattato di un caso di avaria e di problemi tecnici all’aeromobile.