giovedì, 21 Novembre 2024
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Repubblica Democratica del Congo: sventato un colpo di stato 

L’esercito del Congo ha dichiarato di aver fermato un golpe in seguito ad uno scontro a fuoco nella capitale Kinshasa. Arrestati gli autori, tra cui tre individui con passaporto statunitense

Una sparatoria ha avuto luogo nelle prime ore del mattino di domenica 19 maggio, quando un gruppo di uomini armati ha attaccato la residenza del presidente della Repubblica Democratica del Congo nel centro della capitale Kinshasa, riporta Associated Press. Il leader del tentato colpo di stato è stato ucciso e sono seguiti 50 arresti, tra cui tre cittadini americani, secondo quanto riportato dal portavoce dell’esercito Sylvain Ekenge. Un altro scontro è stato segnalato tra uomini in uniforme militare e le guardie del vice primo ministro Vital Kamerhe, a circa 2 chilometri dal palazzo presidenziale e in vicinanza di alcune ambasciate. Almeno tre le vittime, due agenti di polizia e uno degli assalitori, mentre diverse persone sono rimaste ferite a Brazzaville da un esplosivo lanciato dalla capitale, secondo Reuters

Il gruppo armato sarebbe stato composto per lo più da stranieri e cittadini congolesi residenti all’estero, riferisce Al Jazeera. Il golpe fallito sarebbe stato ideato e guidato da Christian Malanga, presidente del Partito congolese per l’unità in esilio negli Stati Uniti. L’identità del leader è stata confermata da un video filmato durante l’assalto e diffuso in live streaming sul suo profilo Facebook, in cui Malanga minaccia il presidente Felix Tshisekedi «Noi militanti siamo stanchi» avrebbe dichiarato il politico. «Non possiamo andare avanti con Tshisekedi». Secondo quanto riferito da Ekenge, Christian Malanga è rimasto ucciso dopo aver opposto resistenza all’arresto da parte delle forze di sicurezza, mentre suo figlio Marcel è stato uno dei tre cittadini statunitensi arrestati per il tentato colpo di stato, riporta la BBC

Lucy Tamlyn, ambasciatrice americana nella Repubblica Democratica del Congo si è detta scioccata dalla partecipazione di cittadini americani all’attacco, assicurando le autorità congolesi della massima collaborazione nelle indagini. Tra gli americani arrestati anche Benjamin Zalman-Polun e Cole Ducey, collaboratori di Malanga nel commercio di cannabis e sigarette elettroniche. I tre avrebbero inoltre fondato una società di investimento minerario, secondo quanto riportato da Politico

Molti osservatori hanno richiamato l’attenzione sul carattere apparentemente amatoriale del putsch, ma anche sulla scarsa resistenza mostrata da uno dei siti più sorvegliati di Kinshasa «È chiaro che Malanga è stato utilizzato da qualcuno» ha dichiarato il ricercatore Dino Mahtani al Washington Post. «Ci sono molte persone nel Congo che sono insoddisfatte del presidente. Ma ci sono anche potenze straniere, con ambizioni legate a risorse come l’oro, che vorrebbero vederlo rimosso». Di fronte a quanto accaduto, il presidente Tshisekedi non ha rilasciato dichiarazioni. 

Nonostante l’abbondanza di risorse naturali, la Repubblica Democratica del Congo ha attraversato decenni di instabilità politica e guerre civili, che sono costate più di sei milioni di vittime al paese. Le tensioni si sono riaccese durante le elezioni presidenziali del dicembre 2023, quando i risultati ha confermato un secondo mandato per Tshisekedi con il 73% dei voti, mentre l’opposizione ha accusato il presidente di aver manipolato il voto, secondo quanto riporta la BBC

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